
L’invio dei Caccia F-16 di produzione americana in Ucraina da parte di Danimarca e Paesi Bassi ha generato polemiche e spaccato gli schieramenti politici italiani. Fino a creare nuove e inedite concomitanze di opinioni anche fra personaggi che appartengono a schieramenti opposti. Così la famosa giornalista Giovanna Botteri, appartenente all’area progressista, afferma che con l’invio dei caccia “siamo ufficialmente in guerra“, sposando in apparenza una linea pacifista che accomuna parte della sinistra e dei 5Stelle. Mentre la Lega si smarca dal governo accusando Meloni di soffiare sul fuoco del conflitto. Ma a proposito degli F-16 in Ucraina è stato particolarmente duro il filosofo Diego Fusaro, che non ha esitato a scrivere sul Giornale d’Italia che “l’invio dei caccia è un fatto gravissimo. Ormai è chiaro che la guerra è voluta da Washington“. In effetti, erano stati gli stessi vertici Nato, all’inizio del conflitto, a giudicare inopportuno di fornire all’Ucraina Caccia da combattimento. “Se lo facessimo, entreremmo in guerra“, aveva dichiarato Stoltenberg. Parole che la Botteri ha ricordato per corroborare la sua tesi.

Ora è Fusaro a puntare il dito contro gli Stati Uniti. Secondo lui, “anche il fatto di sapere che l’Ucraina entrerà nell’Alleanza Atlantica rappresenta l’ennesima provocazione bella e buona nei confronti della Russia”. Il filosofo fa anche notare che “mentre in Europa la Sanità pubblica e l’Istruzione vanno peggiorando di giorno in giorno, complici le politiche di austerità depressiva imposte dall’ordine neoliberale, i fondi per le armi si trovano sempre e comunque“. A parere di Fusaro, dunque, ci sarebbe la volontà americana dietro la spinta verso un conflitto globale. “Questa non è la guerra di Putin contro l’Ucraina”, ha concluso il filosofo, “è la guerra che l’Occidente americano-centrico sta conducendo contro la Russia di Putin, utilizzando l’Ucraina come semplice casus belli”. Opinioni molto forti, che certo possono essere contestate, ma che, insieme ad altre prese di posizione anche politiche, mostrano come una parte della nostra opinione pubblica si sia allontanata dalla narrazione dominante sullo scontro Russo-Ucraino. O, perlomeno, come in molti siano stanchi della guerra e sperino in una soluzione pacifica al conflitto.