
Il New York Times ha incoronato “L’Amica Geniale” di Elena Ferrante come il libro del secolo. Per arrivare a questa conclusione, il prestigioso quotidiano americano ha coinvolto mezzo migliaio di luminari della letteratura, chiedendo loro di scegliere i dieci volumi preferiti tra quelli pubblicati dal 1° gennaio 2000 ad oggi. A guidare questo progetto è stata la rubrica Upshot, nota per la sua capacità di fotografare la realtà attraverso i numeri.
Tra le personalità coinvolte in questa impresa figurano nomi di spicco come Stephen King, Bonnie Garmus, Claudia Rankine, James Patterson, Sarah Jessica Parker, Karl Ove Knausgaard, Elin Hilderbrand, Thomas Chatterton Williams, Roxane Gay, Marlon James, Sarah MacLean, Min Jin Lee, Jonathan Lethem e Jenna Bush Hager. Questi sono solo alcuni dei 503 tra romanzieri, poeti, saggisti, critici e altri amanti della lettura che hanno contribuito alla selezione.
Il primo volume della quadrilogia napoletana di Ferrante, che racconta l’amicizia tra Elena e Lila, ha trionfato in quanto “uno dei principali esempi della cosiddetta autofiction, una categoria che ha dominato finora la letteratura del 21° secolo”, come ha sottolineato il New York Times. Il quotidiano ha descritto il romanzo come “indimenticabile e senza scorciatoie, come andare in bicicletta sulla ghiaia: ruvido, scivoloso ed esasperante, tutte queste qualità allo stesso tempo”.
Ferrante, il cui anonimato è stato rispettato dal Times, ha visto anche altri suoi lavori entrare nella prestigiosa classifica. “Storia della Bambina Perduta”, l’ultimo capitolo della quadrilogia uscito nel 2014, si è posizionato all’ottantesimo posto, mentre “I Giorni dell’Abbandono” ha conquistato la 92esima posizione. Con tre opere presenti, Ferrante è l’autore con più titoli nella top 100 del quotidiano, nonché l’unico nome italiano incluso nella lista.
“L’Amica Geniale” ha superato “Al Calore di Soli Lontani” di Isabel Wilkinson, una vincitrice del Premio Pulitzer, che si è piazzato al secondo posto con il suo lavoro sulla Grande Migrazione dei neri americani dal Sud al Nord e all’Ovest tra il 1915 e il 1970. Questa opera è stata definita dal New York Times “l’opera di storia più vitale e leggibile nella memoria recente”. Al terzo posto si trova “Wolf Hall” di Hilary Mantel, una biografia romanzata sull’ascesa e caduta di Thomas Cromwell. A completare la ‘top five’ sono “Il Mondo Conosciuto” di Edward P. Jones, che racconta la storia di un ex schiavo in Virginia prima della Guerra Civile, e “Le Correzioni” di Jonathan Franzen.
Questa classifica non solo celebra l’abilità narrativa di Elena Ferrante ma sottolinea anche l’importanza dell’autofiction e del racconto intimo e personale nella letteratura contemporanea. La sua affermazione come autrice del secolo è un riconoscimento non solo del suo talento, ma anche dell’impatto duraturo delle sue storie sul panorama letterario globale.