
L’edizione 2024 dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare”, nato da un’idea di Nicola Porro, direttore e fondatore del sito Nicolaporro.it, è stata scoppiettante. Tra i vari appuntamenti andati in scena al teatro Petruzzelli di Bari, c’è stato anche “La Zanzara nella Zuppa“, ossia un confronto tra lo stesso Nicola Porro, autore dell’ormai nota “Zuppa”, e Giuseppe Cruciani, altrettanto noto conduttore, appunto, de “La zanzara”. Un’unione che non poteva essere un’elusione da qualsiasi regola del politicamente corretto. Dopo che Papa Francesco ha “sdoganato” la parola “frociaggine“, Giuseppe Cruciani ha riportato in auge una sua storica battaglia, quella per la “riabilitazione” della parola “frocio“.
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(L’intervento di Cruciani a partire dal minuto 29.00)
La parola “frocio” ha una accezione negativa? Chiede Nicola Porro a Giuseppe Cruciani, il quale risponde: “No, questa è una parola meravigliosa, soave, tenera e rotonda”. E argomenta: “Invece la parola gay è terribile, asettica e anglosassone. La parola omosessuale ancora peggio, perché è medica. Un grande scrittore napoletano, Paolo Isotta, non voleva essere chiamato né gay né omosessuale, ma ‘ricchione, pienamente ricchione.’ E io credo che bisogna “. A quel punto Porro, non pienamente convinto, domanda al conduttore di Radio24: “E come chiami l’associazione: arcifroci?”. Poi il padrone di casa puntualizza: “Dai, storicamente la parola ‘frocio’ ha un’accezione negativa”. Ma Cruciani tira dritto: “No, noi abbiamo creato la negatività di questa parola. E io non credo sia cambiata negli anni, purtroppo, l’avversione nei confronti dei gay perché non li chiamiamo più froci”.