ROMA — La premier Giorgia Meloni si trova di fronte a una scelta cruciale: dove indirizzare i 24 voti di Fratelli d’Italia nel Parlamento europeo. Con ancora tutte le possibilità aperte, Meloni cerca conferme dalla presidente uscente della Commissione, Ursula von der Leyen, con cui continua a comunicare tramite messaggi. Tuttavia, Meloni vuole un chiarimento diretto, previsto tramite una telefonata con von der Leyen entro oggi.
Questa mattina, von der Leyen incontrerà il gruppo dei Conservatori. Con il sostegno dei Verdi già assicurato, ieri la presidente ha escluso patti formali con il gruppo Ecr, confermando che «non ci sarà una cooperazione strutturale». Questo non esclude però collaborazioni su singoli voti o accordi di non belligeranza.
Qualunque sia l’esito del vertice, il gruppo Ecr si presenterà giovedì a Strasburgo diviso. I belgi di N-Va e i cechi di Ods hanno già deciso di supportare von der Leyen, mentre dai polacchi del Pis emerge un’imprevista apertura. Meloni, intanto, è sotto pressione da più fronti: Antonio Tajani spinge per ascoltare von der Leyen e concentrarsi sui contenuti, mentre Matteo Salvini è contrario a qualsiasi “inciucio”.
All’interno di Fratelli d’Italia c’è chi considera l’astensione come l’opzione più praticabile. Tuttavia, un eventuale appoggio sotterraneo a von der Leyen, in caso di voto segreto, sarebbe difficile da nascondere e sarebbe più gestibile tra i favorevoli o i contrari, più numerosi.
Prima di prendere una decisione definitiva, Meloni vuole sapere quale delega potrebbe ottenere in Commissione. La premier sogna una vicepresidenza esecutiva, anche se sembra improbabile. Al momento, le trattative riguardano deleghe su Concorrenza, Mercato interno, Bilancio e Affari economici, con il ministro Raffaele Fitto in pole position. Durante una recente visita all’ex Ilva di Bagnoli, Meloni ha lodato la proroga della decontribuzione per il Sud, mossa della Commissione, ed elogiato Fitto, segno forse di una possibile direzione futura.