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Compleanno amaro in carcere per Giacomo Bozzoli, che insiste sulla sua innocenza: “Due lettere mi scagionano”

Pubblicato: 18/07/2024 18:10

Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per la scomparsa e l’omicidio dello zio Mario Bozzoli nella fonderia di famiglia a Marcheno, non si rassegna alla sentenza definitiva. Anche dopo nove anni dalla scomparsa di Mario Bozzoli, Giacomo continua a proclamarsi innocente e spera in una revisione del processo. Ha ribadito la sua innocenza al momento dell’arresto, quando è stato trovato sotto il letto-contenitore della sua casa di Soiano, e lo sostiene tutt’ora, dal carcere di Bollate dove è stato trasferito. E dove oggi, 19 luglio, compie i suoi 39 anni. Si trova ancora in uno stato di shock tale da aver indotto i giudici a rimandare l’interrogatorio. “È seguito con costanza da una psichiatra”.
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Le lettere

Il caso delle lettere che potrebbero scagionare Giacomo Bozzoli aggiunge un ulteriore livello di mistero a una vicenda già molto complessa. Inizialmente, si era appreso che le lettere fossero indirizzate a figure di alto livello nel sistema giudiziario italiano: il procuratore generale Guido Rispoli, il procuratore Francesco Prete e il presidente della prima sezione penale Roberto Spanò. Secondo quanto riportato da Bresciaoggi, i destinatari potrebbero includere anche i vertici dello Stato, come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e il Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Bozzoli avrebbe affidato le lettere a qualcuno prima di venire arrestato, ma non vi è certezza che siano poi effettivamente partite. Si dice che le lettere contengano informazioni cruciali, incluso il riferimento a un testimone austriaco, che potrebbero potenzialmente scagionare Giacomo Bozzoli. Questo testimone e le informazioni contenute nelle lettere non sono stati adeguatamente presi in considerazione durante il processo originale. Il dettaglio dei destinatari non è di poco conto. Se la lettera contenente le informazioni che secondo Bozzoli potrebbero scagionarlo finisse tra le mani del procuratore generale, questo potrebbe procedere anche d’ufficio a un’istanza di revisione della sentenza qualora riscontrasse gli elementi previsti dalla legge. Diversamente, vi sarebbero diversi passaggi da chiarire per quanto riguarda i risvolti giudiziari.

Seguito da uno psichiatra

“Non sta bene, è molto provato e seguito dallo psichiatra del carcere“, riferiscono i suoi legali. Bozzoli dovrà chiarire molti punti oscuri legati alla sua latitanza. Un aspetto riguarda la Maserati Levante usata per lasciare Soiano con la compagna Antonella Colossi e il figlio, diretti in Spagna. Si ipotizza che Bozzoli abbia venduto l’auto per ottenere i 50mila euro in contanti trovati nel suo borsello al momento dell’arresto. Un altro aspetto da chiarire è chi abbia riempito il frigorifero della villa sul lago, per capire se la latitanza fosse pianificata da tempo.

Speranza di revisione

Bozzoli spera in una revisione della sentenza della Cassazione che il 1 luglio ha confermato l’ergastolo. L’imprenditore ha dichiarato di aver inviato lettere con elementi utili a scagionarlo, ma queste non sono mai arrivate. Bozzoli ha parlato di una testimone austriaca, ma resta il mistero sui destinatari delle missive. Inizialmente si pensava fossero indirizzate al procuratore generale Guido Rispoli, al procuratore Francesco Prete e al presidente della prima sezione penale Roberto Spanò. Tuttavia, Bresciaoggi ha riportato che tra i destinatari potrebbero esserci anche i vertici dello Stato, come Sergio Mattarella, Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Nordio.

La latitanza e l’arresto

Bozzoli è stato latitante per 11 giorni prima di essere arrestato, condotto nel carcere di Bollate, è ancora fortemente sotto choc. Le sue condizioni psicologiche attuali rendono Giacomo incapace, al momento, di affrontare un interrogatorio con la Procura di Brescia. Di conseguenza, l’interrogatorio precedentemente previsto non avverrà questa settimana. Inoltre continua a proclamarsi innocente e a puntare la propria attenzione sulla vicenda processuale che si è conclusa con la condanna all’ergastolo, mentre la procura è interessata a capire di più sulla sua latitanza.

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Ultimo Aggiornamento: 19/07/2024 11:23