Giorgia Meloni ha scelto di votare contro la riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, una decisione che non può che sollevare dubbi e perplessità sul suo reale orientamento politico e sulla sua affidabilità. Con questa mossa, Meloni ha perso un’occasione irripetibile per dimostrare di poter essere più di una semplice leader di un partito di destra radicale, capace solo di slogan muscolari e retorica bipolare.
Von der Leyen, con un approccio pragmatico e inclusivo, aveva aperto le porte dell’Europa a Meloni, offrendo una chance per dimostrare che la leader italiana poteva essere una voce costruttiva nel futuro dell’Unione Europea. Invece, Meloni ha preferito restare ancorata a una politica di contrapposizione sterile, dimostrando inaffidabilità nei confronti di chi, come Ursula, aveva scommesso su di lei per un futuro comune.
Questa scelta, più che una semplice presa di posizione politica, appare come una manifestazione di un’ostilità radicata verso il progetto europeo. Viene da chiedersi se Meloni non abbia come obiettivo ultimo la disgregazione dell’Unione, piuttosto che la sua riforma dall’interno. Con il suo voto contrario, ha gettato al vento l’opportunità di essere parte integrante della nuova Europa che si sta inevitabilmente delineando, preferendo isolare l’Italia e relegarla al ruolo di outsider.
L’ironia della situazione non può sfuggire: Meloni, che si presenta come la paladina degli interessi nazionali, finisce per danneggiare proprio quei cittadini che dice di voler difendere. Isolando l’Italia dalle dinamiche europee, non fa altro che indebolire la posizione del nostro Paese nel consesso internazionale, riducendoci a spettatori piuttosto che protagonisti.
E non possiamo ignorare il suo costante desiderio di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Meloni cerca di capitalizzare sulla retorica anti-europeista per compiacere il suo elettorato, ma poi si lamenta delle conseguenze dell’isolamento che essa stessa contribuisce a creare. Questa volta, le è mancato il coraggio della decisione, preferendo il comodo silenzio a una presa di posizione chiara e decisa.
Meloni ha mostrato la sua vera natura: non una statista pronta a confrontarsi con le sfide globali, ma una leader ancorata a vecchi schemi di contrapposizione ideologica. Un’occasione mancata per lei e, soprattutto, per l’Italia.