Il mondo in tilt per un aggiornamento di Windows (o così sembrerebbe). Questo somiglia, anzi è un messaggio per tutti noi. Ma stavolta non arriva dalla Rete. Però è un messaggio forte, che dovrebbe farci riflettere bene su che cosa significhi affidare tutto ciò che permette a una società di funzionare alle macchine e alla tecnologia. In ogni angolo del globo si sono verificati guasti tecnici ai sistemi informatici: la conseguenza è che gli aerei rimangono a terra, le banche sono in tilt, la Borsa è bloccata, ci sono gravi problemi anche negli ospedali. E questa è solo la punta di un iceberg. Perché se oggi tutto ciò avviene per un guasto, immaginiamo se domani una superpotenza dovesse decidere di attuare la cosiddetta “guerra sottomarina”, cioè se inviasse navi e droni a danneggiare i cavi che passano sul fondo dell’Oceano e che portano tutte le informazioni necessarie a far funzionare la nostra società. No, non si tratta di un’ipotesi remota. La Russia e la Cina da tempo stanno implementando squadre paramilitari di “guastatori” che già in diverse occasioni sono entrate in azione, anche se per piccoli sabotaggi (pare che ciò sia avvenuto in almeno 8 occasioni).
Non è tutto: un’intera parte dell’Africa, in seguito a un incidente, si è trovata isolata dai sistemi informatici per ben tre mesi. Ora qualcuno si sta chiedendo se quello che accade in queste ore nel mondo sia davvero solo un guasto dei servizi di Microsoft oppure se ci sia qualcosa d’altro che ancora non sappiamo. Forse è solo dietrologia, ma è impossibile non domandarselo. Se dietro a tutto ciò ci fosse un attacco hacker? Se fosse stato danneggiato inavvertitamente qualcuno dei cavi sottomarini di trasporto informazioni? Se fosse stato danneggiato volontariamente, per lanciare un monito a tutto l’Occidente? Certo, sinora si tratta solo di speculazioni, di timori senza riscontro. Ma ci fanno capire quanto siamo fragili e come sia facile colpire la nostra società sino a paralizzarla. I voli bloccati o in ritardo negli Stati Uniti e in Spagna, gli ospedali e le banche in tilt in Israele, treni e voli nel caos nel Regno Unito, la Borsa ko: le notizie che giungono dal mondo sono il segno di ciò che potrebbe accadere se qualcuno decidesse di colpirci dove siamo più esposti e vulnerabili.
Ecco perché da tempo gli analisti e i servizi di intelligence sostengono che il fronte principale di una guerra globale potrebbe essere in fondo al mare, dove passano milioni di chilometri di cavi e di fibre. Per una distanza che può coprire per tre volte il viaggio dalla Terra alla Luna. Un’immensa rete che proprio per le sue dimensioni è impossibile da difendere adeguatamente. I Russi hanno creato in segreto una flotta di “guastatori” formata da navi, sottomarini e droni che si può muovere velocemente ed è adibita proprio al danneggiamento di quei cavi e di quelle fibre. I danni che queste azioni potrebbro causare sono apocalittici per una società che ormai si muove “a fil di Rete”. Quando si parla di abolizione dei contanti e del passaggio di tutta l’economia privata esclusivamente su un piano virtuale, per citare un argomento molto dibattuto che divide l’opinione pubblica, si dovrebbe ricordare che se tutti i nostri beni finanziari dipendessero dalla Rete, potremmo trovarci all’improvviso con i conti azzerati, o nell’impossibilità di usare i nostri soldi anche per le più comuni esigenze quotidiane. Una riflessione è necessaria, prima che sia troppo tardi. L’eccessiva dipendenza dell’uomo dalle macchine rappresenta un immane pericolo, e lo sanno anche i più entusiasti sostenitori della tecnologia.