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Russia, il giornalista Usa Gershkovich condannato a 16 anni di carcere per spionaggio

Pubblicato: 19/07/2024 15:42

Venerdì il tribunale di Ekaterinburg, nella regione russa di Sverdlovsk, ha condannato Evan Gershkovich a 16 anni di carcere con accuse di spionaggio, considerate infondate e politicamente motivate. Gershkovich è il primo giornalista statunitense arrestato in Russia dai tempi della Guerra Fredda: era stato fermato dai servizi segreti russi a marzo 2023 mentre lavorava a un articolo sulle operazioni del gruppo Wagner.

Da allora, Gershkovich è stato detenuto per oltre un anno nella prigione di Lefortovo, a Mosca, nota per la detenzione di oppositori politici e giornalisti critici nei confronti del governo russo. Il processo, svolto a porte chiuse, si è concluso con una condanna a 16 anni di carcere, nonostante la procura avesse chiesto 18 anni. Gershkovich, giornalista stimato e esperto di Russia, lavorava per il Wall Street Journal e al momento del suo arresto si trovava in Russia per raccontare la guerra in Ucraina.
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Il processo era iniziato a fine giugno, e a metà giugno Gershkovich era stato formalmente incriminato per aver “raccolto informazioni segrete” riguardo a una struttura che costruisce e ripara attrezzature militari nella regione di Ekaterinburg. I procuratori russi sostenevano che lo avesse fatto per conto della CIA, senza però presentare prove a sostegno delle accuse. Il governo statunitense e il Wall Street Journal hanno respinto tutte le accuse. Molti esperti e osservatori indipendenti ritengono che si tratti di accuse false e pretestuose, mirate a detenere un cittadino americano per proporre scambi di prigionieri con cittadini russi detenuti all’estero.

Un esempio recente è quello della giocatrice di basket statunitense Brittney Griner, arrestata in Russia per contrabbando di droga e poi liberata in uno scambio di prigionieri con il trafficante d’armi russo Viktor Bout. Sono circolate ipotesi su un possibile scambio di prigionieri con Gershkovich, e il presidente statunitense Joe Biden ha espresso seria intenzione al riguardo, ma non ci sono ancora informazioni concrete.

Gershkovich, nato nell’ottobre 1991 a New York da genitori ebrei fuggiti dall’Unione Sovietica, ha sempre avuto un legame stretto con la cultura russa. In casa sua si parlava russo e ha spesso raccontato delle superstizioni russe mantenute dalla madre. Prima di lavorare per il Wall Street Journal, aveva collaborato con il New York Times e il Moscow Times, testata indipendente russa in lingua inglese.


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