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Acqua tra le mani: la Sicilia assetata da una guerra idrica (e politica)

Pubblicato: 20/07/2024 16:06

L’acqua ci sta scivolando tra le mani: chi può farsi una doccia la faccia ora, poi rischia di puzzare. Scoppia la guerra dell’acqua a Palermo: per ora è guerra istituzionale, tra Schifani e Lagalla, mentre il primo non vuole accendere i toni sulla siccità, che metterebbe la Regione sul banco degli imputati per inerzia ed ignavia, il secondo tramite la municipalizzata lancia il terrore del razionamento del prezioso liquido nel capoluogo di Regione. I palermitani più anziani si ricordano le file con i bidoni alle rare fontane erogante il liquido che asseta per percezione di scarsità. Intanto chi ha un pozzo, regolare o abusivo, gongola pensando agli affari, e le piscine dei più benestanti diventano un lusso da oligarca russo, soprattutto per i Rossi. 

Il problema acqua dopo un inverno con il contagocce atmosferico è reale e drammatico, ma non serio. Ancora non si vede nulla di concreto, soprattutto come programmazione perché il problema è strutturale, come il commissariamento delle acque siciliane da parte di Siciliacque, un’azienda che mantiene un colabrodo, per carenze di manutenzione da decenni, per non parlare di Eas o altre società miste che risultano dei misteri dolorosi, se poi arriviamo agli ATO si rasenta il dogma della fede. 

Ovviamente non c’è solo acqua tra le mani, tra Lagalla e Schifani, ma soprattutto il cut è stato dato da Tajani, al quale il primo si è avvicinato sorprendendo il secondo. Una avvicinamento senza adesione, secondo il canone girgentino, a cui si ispira il Sindaco, ma bastevole a far entrare in tensione la faglia Forza Italia, già terremotata da Piersilvio a livello nazionale. A proposito nel codice mafioso acqua tra le mani indica inaffidabilità, cosa che fa riflettere. Intanto un consiglio all’antica, mettetevi dei bidoni in casa. 

Così è, se vi pare.

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Ultimo Aggiornamento: 20/07/2024 16:08