Un altro giorno, un’altra teoria del complotto. Questa volta, è un guasto informatico senza precedenti a scuotere il mondo, scatenando le fantasie più sfrenate di chi vede cospirazioni ovunque. Un aggiornamento difettoso dei sistemi operativi Windows di Microsoft ha praticamente paralizzato il globo venerdì scorso, facendo precipitare aerei, mandando a casa lavoratori e causando un tracollo nei mercati finanziari. Un disastro? Forse. Ma per gli amanti del dramma, è l’inizio della terza guerra mondiale.
Per i più creativi tra noi, questa interruzione è stata un attacco informatico su larga scala orchestrato dalle élite globali. E chi meglio del World Economic Forum, noto per le sue riunioni segrete nella lussuosa Davos, potrebbe essere il burattinaio dietro le quinte? Le teorie si basano su un vecchio video del Forum che profetizzava un attacco informatico con “caratteristiche simili a quelle del Covid”. La soluzione? Disconnettere milioni di dispositivi vulnerabili dalle reti. Suona familiare?
Non c’è voluto molto perché queste teorie proliferassero sui social media. “Ho letto da qualche parte che la terza guerra mondiale sarà principalmente una guerra cibernetica”, ha scritto un utente su X (ex Twitter). E così, le speculazioni sono decollate.
Il gruppo americano di sicurezza informatica CrowdStrike è finito sotto i riflettori, visto che il loro software è il colpevole del caos. Nonostante le rassicurazioni del loro leader George Kurtz che il bug è “in fase di correzione”, la fiamma della paranoia era già accesa. Per molti, non c’è niente di più eccitante che immaginare le élite globali riunite in segreto per orchestrare la nostra rovina.
“Questo tipo di eventi dimostra quanto sia volubile l’ecosistema dell’informazione“, ha dichiarato Rafi Mendelsohn di Cyabra, una società specializzata nel contrasto alla disinformazione. “I social media, i forum e le app di messaggistica facilitano la diffusione rapida delle teorie del complotto, permettendo loro di raggiungere un pubblico globale”.
E mentre le teorie si moltiplicano, la confusione regna sovrana. Michael Mosser, esperto di disinformazione presso l’università del Texas ad Austin, ha osservato come la fiducia nelle fonti affidabili sia calata drasticamente. “Le persone sono più propense a credere alle teorie del complotto che ‘sembrano vere’ piuttosto che alle informazioni fattuali”.
In fin dei conti, il guasto è stato causato da un semplice bug in un aggiornamento di sicurezza per Windows. Ma per chi ha una mente cospirativa, un file di sistema configurato male non può mai essere solo quello. No, dev’esserci dietro un piano malvagio. E così, tra una risata e un post, il mondo si prepara alla sua prossima catastrofe virtuale.