La notizia è inquietante, perché rivela le conseguenze dei comportamenti umani sull’equilibrio della fauna marina. Ma anche perché colpisce la specie più nota, affascinante e aggressiva che popola i mari del mondo: gli squali. Lo studio svolto dai biologi marini e dagli scienziati della Fondazione Oswaldo Cruz, un ente brasiliano che si occupa di monitorare la vita nell’Oceano, ha prodotto risultati sconcertanti. E ha rivelato che gli squali sono vittime involontarie dei consumatori di droga e degli spacciatori, che secondo gli studiosi inquinano l’ambiente con le loro attività soprattutto in Florida e nel Centro e Sud America. I ricercatori sospettavano da tempo che alcuni animali marini potessero essere colpiti da questa particolare forma di inquinamento, ma ora hanno le prove: gli squali analizzati dal centro studi carioca sono risultati tutti positivi ai test sulla cocaina. Non è un caso che i ricercatori abbiano scelto di analizzare proprio questa specie di animali: i “pescecani”, infatti, sono considerati dei validi indicatori ambientali, in quanto per la loro struttura biologica assimilano facilmente le sostanze inquinanti presenti nel loro ecosistema.
Gli scienziati hanno effettuato le loro ricerche fra il 2021 e il 2023. In quel periodo hanno analizzato i corpi di 13 squali trovati spiaggiati o pescati lungo le coste brasiliane. I biologi hanno notato delle anomalie chimiche nel sangue dei predatori del mare, appartenenti a una specie molto diffusa in Brasile. Le analisi, indirizzate principalmente allo studio del fegato degli squali, hanno poi rivelato che tutti gli esemplari controllati erano letteralmente soggetti a un’overdose di cocaina. I ricercatori hanno quindi cercato di capire come questo fosse possibile, e sono arrivati a una conclusione davvero incredibile. Gli animali che vivono più a ridosso delle grandi comunità umane, come per esempio la zona di Rio de Janeiro, nuotano in acque contaminate dai liquidi biologici dei molti consumatori di cocaina. Scarti che quotidianamente raggiungono il mare attraverso il sistema fognario. In più, hanno scoperto che gli spacciatori sono soliti nascondere le loro “riserve” in piccole grotte che, però, in caso di forti piogge e alluvioni spesso finiscono per essere allagate e per disperdere le molecole di cocaina nell’Oceano.
“Quando i consumatori di cocaina vanno al bagno“, è la spiegazione principale, “rilasciano una quantità di liquidi che contengono molecole della droga che hanno usato”. Il sistema di trattamento delle acque reflue è inadeguato, per cui la cocaina presente nel liquidi biologici non viene filtrata e si diffonde nell’ambiente attraverso gli scarichi fognari. Il problema non riguarda solo gli squali – chissà se la sostanza li fa diventare più aggressivi, fra l’altro. Ma anche le piante, il suolo e altre specie animali. In un articolo uscito su Science of the Total Environment, gli autori dello studio hanno spiegato che “questi risultati sono indicativi dei potenziali rischi per la salute umana, visto che gli squali sono consumati nello Stato di Rio de Janeiro e in tutto il territorio brasiiano”. Quindi anche chi si nutre di pesci o addirittura di ortaggi potrebbe ritrovarsi contaminato dalle molecole di cocaina senza averne mai fatto uso. Il suggerimento principale degli esperti, rivolto alle autorità, è di migliorare immediatamente i sistemi fognari, attraverso metodi nuovi e più moderni di trattamento delle acque. Anche perché lo studio sugli squali rivela una realtà limitata a questa specie, ma l’impatto complessivo di questo genere di inquinamento marino su pesci e ambiente avrebbe bisogno di ricerche più approfondite.