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Nestlè, acque minerali contaminate per 15 anni? Indagini per frode, “consumatori ingannati dal 2010”

Pubblicato: 23/07/2024 11:42

La fonte della notizia è il sito Money.it, e se fosse confermata si tratterebbe di una frode del valore di 3 miliardi di Euro. A essere sotto indagine è il colosso svizzero dell’alimentazione Nestlé, che secondo Money.it – che avrebbe avuto modo di consultare il rapporto emanato dalla Direzione Generale, della Concorrenza e del Controllo delle Frodi – avrebbe utilizzato trattamenti vietati per la produzione delle sue acque minerali per più di 15 anni. La relazione dell’ente di controllo si concentra in particolare sulle acque Contrex, Hepar e Vittel. Su Mediapart si legge che la multinazionale “utilizza trattamenti vietati almeno dal 2005, per alcuni anche dal 1993, e questo in modo permanente”. Il problema principale sarebbe dovuto alla “frequente contaminazione batterica“. Secondo quanto comunicato da da Nestlé i processi “non sono conformi alla normativa francese”, ma secondo le indagini alcuni trattamenti “non rispondono in alcun modo alle esigenze di sicurezza sanitaria”.

Il rapporto dell’ente di controllo sottolinea come il colosso alimentare avrebbe acquistato nel 2005 alcuni apparecchi UV e rileva “l’uso non autorizzato di filtri” almeno dal 2010. Una procedura che avrebbe consentito alla Nestlé di guadagnare almeno 3 miliardi di Euro. “La differenza di fatturato realizzata vendendo questi prodotti come acqua minerale naturale invece che come acqua resa potabile mediante trattamento“, scrive ancora l’ente di controllo, “è stimata in 3 miliardi e 132 milioni di Euro per i diversi marchi e relativi periodi di reato”. La multinazionale, come riferiscono gli investigatori, ha riferito all’APF di “confutare fermamente il metodo di calcolo e la determinazione dei costi comunicati da Mediapart”. Ma il gruppo è ora oggetto di indagine preliminare da parte della Procura di Epinale con l’accusa di frode. Il problema peraltro non è nuovo, tanto che Nestlé ha contattato le autorità nel 2021 e ha affermato di avere “ritirato i trattamenti in questione” a partire da quell’anno.

Le accuse al colosso dell’alimentazione, peraltro, riguardano un problema molto serio. Il fatto cioè che nelle acque incriminate sarebbero stati trovati patogeni e batteri in presenza superiore ai limiti consentiti per legge. I risultati dei controllo effettuati da Gennaio 2020 a Marzo 2022 mostrano che diverse sorgenti d’acqua sarebbero contaminate da agenti patogeni e batteri eterotropi al di sopra del limite legale, a volte fino all’85%, a quanto riferisce Mediapart. Nel tentativo di giustificare il suo operato, Nestlé avrebbe attribuito la presenza di batteri “al cambiamento climatico“. Sarebbe stato il clima impazzito, secondo la multinazionale, a causare “la riduzione delle falde acquifere” e a favorire “la contaminazione dei suoli in pendenza”. Giustificazioni che evidentemente non convincono le autorità, che da tempo stanno portando avanti la loro indagine. E affermano appunto che la multinazionale potrebbe avere utilizzato tecniche di depurazione vietate dal 2005, o forse addirittura dal 1993.

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Ultimo Aggiornamento: 23/07/2024 12:49

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