Il primo risultato negativo per il ruolo dell’Italia è stato il voto del partito di maggioranza in Italia che esprime la Meloni contro la designazione del nuovo Presidente della Commissione UE. La conseguenza è stata di togliere ulteriore rappresentatività nei ruoli apicali dell’europarlamento. C’è un solo Presidente di commissione italiano, il votatissimo Antonio De Caro da Bari, ormai più famoso di San Nicola, politico che è stato oggetto di attentato politico con minaccia di commissariamento da parte del Governo italiano, e che ora è l’unico italiano ad avere un ruolo politico nel parlamento europeo: un bel boomerang. Ed ora attendiamo cosa succederà nella nomina dei commissari europei, perché uno ci spetta di diritto, ma se non è nemmeno vicepresidente, e con un portafoglio di poco spessore, avremmo capito perché.
Inoltre altre due notizie dovrebbero farci riflettere sul nostro peso internazionale. La prima è la scelta di nominare uno spagnolo per il ruolo apicale di difesa del fianco Sud della Nato, quando noi siamo tra i maggiori contribuenti in termini di risorse sul terreno. La seconda il probabile ritiro dell’Inghilterra di Starmer dal progetto Tempest, il cacciabombardiere di sesta generazione fondamentale per la nostra industria della difesa, in particolare per Leonardo. Il progetto è fondamentale anche per gli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo e le immediate ricadute per uso civile.
La strategia della Meloni di stare in mezzo al guado, e poi farsi risucchiare, ma facendosi scavalcare, a destra ci ha marginalizzato nelle sedi che contano. Se c’è un comparto in cui eravamo leader era l’elettronica per la difesa, ma senza progetti, si parla di 50 mld di euro, un mini PNRR, e senza commesse, potremmo vendere fucili di contrabbando nel Sael, come Alberto Sordi nel film finché c’è guerra c’è speranza. Sembra di rivedere l’Italietta, quella velleitaria di faccetta nera, che però in Africa ci lasciò le penne. Tutto questo per non puntare su Draghi in commissione, o il caso più ridicolo nell’impallinare un italiano alla guida delle associazioni agricole europee perché non piaceva a Coldiretti, ormai la corporazione agricola di governo. Il risultato è che contiamo fuori dai confini quanto il due di coppe con la briscola a mazze.
Fare i galli nel condominio quando il mondo che ci influenza non ci calcola è deprimente. A questo giro la Meloni, sempre brava senza avversari casalinghi, ha toppato. Rimandata a settembre agli esami di riparazione, soprattutto in economia, c’è una finanziaria difficile da affrontare.