Sharon Verzeni, la barista di 33 anni uccisa a coltellate a Terno d’Isola, Bergamo, non ha avuto modo di difendersi dal suo assassino. I risultati preliminari dell’autopsia, condotta dal medico legale Matteo Marchesi presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII, rivelano dettagli sconvolgenti sul brutale omicidio. Sharon è stata colpita da quattro coltellate, una al petto e tre alla schiena. Tre delle quattro coltellate sono risultate mortali. Le ferite sono state causate da un coltello con una grossa lama, penetrando profondamente e lesionando l’area polmonare, il che ha provocato una massiccia emorragia interna. Non ci sono segni di tentativi di difesa da parte della vittima, suggerendo che l’attacco potrebbe essere stato improvviso e letale.
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Non è stato possibile determinare con precisione quale colpo sia stato inflitto per primo. Rimane incerto se l’assassino abbia colpito Sharon alle spalle inizialmente per poi colpirla al petto, o viceversa. Le autorità stanno continuando le indagini per chiarire ulteriormente le circostanze dell’omicidio, comprese le dinamiche esatte dell’attacco e l’identità del responsabile. La mancanza di segni di difesa, unita alle ecchimosi presenti sul corpo, suggerisce che Sharon possa essere stata colta di sorpresa e immobilizzata rapidamente. Questo potrebbe indicare un attacco pianificato e deliberato da parte del killer. Prelevati durante l’esame autoptico anche diversi campioni di materiale biologico da trasmettere ai Ris per ricercare materiale genetico che possa dare un riscontro sull’assassino.
Dopo l’autopsia, i familiari della giovane barista, uccisa a coltellate, hanno potuto vederla per l’ultima volta. Bruno Verzeni, padre di Sharon, ha espresso gratitudine verso le forze dell’ordine: “Possiamo soltanto ringraziare le forze dell’ordine”. Al suo fianco, la moglie Maria Teresa Previtali e il compagno della figlia, Sergio Ruocco, hanno lasciato l’ospedale Papa Giovanni XXIII insieme. I tre erano visibilmente addolorati mentre si allontanavano in auto. Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha dato il via libera alla sepoltura, permettendo alla famiglia di procedere con i funerali.