Il caso di Sharon Verzeni continua a sconvolgere Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. L’omicidio della trentatreenne non appare come una rapina finita male. I fatti rivelano un piano preciso e una conoscenza delle sue abitudini da parte dell’assassino. Le indagini proseguono, ma alcuni elementi sembrano chiari.
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Sharon viene attaccata poco dopo la mezzanotte, mentre passeggiava per via Castegnate. Un attacco violento e improvviso. Tre coltellate alla schiena, seguite da altre tre, al torace e all’addome. Una brutalità che non lascia spazio a dubbi: l’assassino agisce con determinazione e senza esitazioni. Non una parola su chi l’abbia colpita quando riesce a chiamare il 112, ma il tono disperato del suo “Mi hanno accoltellato” dice tutto. Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, Sharon muore al pronto soccorso.
Un agguato pianificato
Chi ha ucciso Sharon conosceva le sue abitudini. Le passeggiate serali erano un appuntamento regolare per lei, consigliate dal dietologo per perdere peso. Il killer sapeva dove trovarla e l’ha aspettata. Un agguato premeditato. Nessuna rapina, visto che il cellulare resta al suo posto e il portafogli è a casa.
I carabinieri, guidati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, stanno setacciando ogni dettaglio della vita di Sharon. Nessuna ombra finora, né sul piano familiare né su quello delle amicizie. Il compagno Sergio Ruocco, considerato un uomo senza macchia, si trovava a casa, troppo stanco per accompagnarla quella sera. Anche lui è stato interrogato a lungo, ma nulla emerge contro di lui. Le telecamere di videosorveglianza, sia comunali sia private, potrebbero offrire qualche indizio. Ma per ora, nessuna traccia.
Il movente
Il movente resta un mistero. Ipotesi sentimentali o economiche sono entrambe sul tavolo. La raccolta dei rifiuti, sospesa per la ricerca dell’arma del delitto, è ripresa. Questo non indica un passo avanti nelle indagini, come chiarisce il sindaco Gianluca Sala. L’omicidio di Sharon Verzeni resta avvolto nel mistero. Le indagini proseguono, cercando di svelare chi poteva avere tanto odio o interesse da portare a termine un atto così efferato. La comunità aspetta risposte, sperando che la giustizia faccia presto il suo corso.