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Attentato alla libertà di stampa. Ecco come e perché la Meloni non c’entra nulla con il caso Italia

Pubblicato: 02/08/2024 11:16
rapporto Ue

Si è fatto un gran parlare, per l’ennesima volta, della deriva antidemocratica nel nostro Paese. E a dare man forte a questa tesi totalmente infondata ma fortemente alimentata dalla sinistra per fini elettorali, è stato l’ultimo rapporto Ue sullo stato di diritto in Italia, arrivato, guarda caso, poco dopo le ultime elezioni europee e poco dopo che Meloni ha deciso di non supportare la riconferma di von der Leyen come presidente della Commissione. Insomma, cosa viene fuori ora su questo report? Che è identico con Conte, Draghi e, appunto, Meloni. Solo che nessuno lo dice. O meglio, ci ha pensato Ermes Antonucci su Il Foglio, con un’analisi molto dettagliata e interessante. L’indipendenza della magistratura? “Il Csm e altri portatori di interessi hanno espresso preoccupazione per il fatto che alcune disposizioni del disegno di legge per la riforma del Csm e dell’ordina-mento giudiziario potrebbero gene-rare influenze indebite sui giudici”. La corruzione? “La percezione fra gli esperti e i dirigenti aziendali è che il livello di corruzione nel settore pubblico continui a essere relativamente elevato“. La Rai? “L’Osservatorio del pluralismo dei media continua a considerare questo settore ad alto rischio, poiché le riforme attuate nel corso degli anni non sono riuscite a proteggere in maniera sostanziale il consiglio di amministrazione dei media del servizio pubblico da influenze politiche”. La libertà di informazione? “Le leggi sulla diffamazione non sono state modificate e rimangono una delle principali fonti di preoccupazione per i giornalisti e le organizzazioni che li rappresentano”. Ora, voi penserete che questo è il rapporto Ue che “condanna” Meloni. E invece no, è il rapporto Ue del 13 luglio 2022, riferito al 2021 e ai primi mesi del 2022, quando il presidente del Consiglio non era Giorgia Meloni, ma Mario Draghi.
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conte-campanella

Possibile che nessuno lo faccia notare? In tv, nei talk show, sui giornaloni? All’epoca, ovviamente, essendo al timone del Paese “il governo dei migliori“, nessun organo di informazione italiano diede risalto alla pubblicazione del rapporto Ue. Adesso che al governo c’è la Meloni e il rapporto dice le stesse cose dei precedenti governi, sembra che questo report sia la Bibbia. Scrive Antonucci: “A nessun giornale venne in mente di attribuire alla Commissione europea “bocciature” nei confronti dell’Italia o allarmi sull’indipendenza della magistratura, sui condizionamenti politici nella Rai e sui rischi alla libertà di stampa dei giornalisti in Italia. E a nessuna forza politica di opposizione venne in mente di cavalcare questa fake news”.

Proprio ciò che, invece, sta accadendo oggi. In risposta al rapporto Ue 2024, la presidente del consiglio Meloni ha inviato una lettera alla presidente della Commissione, von der Leyen, per fare alcune precisazioni: “Anche quest’anno le raccomandazioni finali nei confronti dell’Italia non si discostano particolarmente da quelle degli anni precedenti, tuttavia per la prima volta il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il governo italiano”. Qualcuno si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto, “in particolare con riferimento alla libertà di informazione e al servizio pubblico radiotelevisivo”, ha scritto Meloni. E, diciamolo, ha ragione. Ribadiamo: anche nel rapporto della Commissione Ue del 2021, riferito quindi al periodo finale del secondo governo Conte, si rintracciano le stesse “preoccupazioni”. Quindi: di cosa stiamo parlando? Del nulla.

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