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Cos’hanno in comune Giorgia Meloni e alcuni dittatori africani

Pubblicato: 03/08/2024 11:34

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, ha delle somiglianze sorprendenti con alcuni dittatori africani. Dalle sue dichiarazioni alle sue scelte politiche, Meloni sembra un politico occidentale che si ispira ai leader autoritari africani.

Il desiderio di potere assoluto è una caratteristica che accomuna molti presidenti africani, che spesso tentano di modificare le costituzioni dei loro paesi per ottenere più poteri e mandati illimitati. La concentrazione del potere nelle mani del presidente è un tratto distintivo di molti dittatori africani. Meloni sembra seguire una strada simile, spingendo per una riforma costituzionale che mira a legittimare il potere assoluto del premier. Un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 3 novembre 2023 prevede l’introduzione in Italia dell’elezione diretta del presidente del Consiglio con poteri ampliati. Secondo Meloni, l’obiettivo è garantire che i cittadini possano scegliere chi li governa, evitando i governi tecnici e le maggioranze instabili che non riflettono il voto popolare. In realtà, questa riforma potrebbe indebolire il parlamento e il presidente della Repubblica, conferendo più poteri al premier e riflettendo le strategie dei dittatori africani che cercano un governo stabile per consolidare il loro potere.

Un’altra somiglianza si trova nel modo in cui vengono premiati i fedeli e puniti i nemici. I dittatori africani sono noti per nominare amici e parenti a posizioni di potere, spesso senza considerare la competenza. Meloni è stata criticata per aver nominato persone a lei vicine in ruoli chiave: sua sorella Arianna è capo segretaria di Fratelli d’Italia, suo cognato Francesco Lollobrigida è ministro dell’Agricoltura, e altri fedeli occupano posizioni strategiche. Questa pratica è comune nei regimi autoritari africani, come dimostrato dal presidente ugandese Yoweri Museveni, che ha nominato sua moglie ministro dell’Istruzione e suo figlio capo delle forze di difesa, e dal presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, che ha nominato suo figlio vicepresidente del paese.

Il culto della personalità è un altro aspetto in cui Meloni sembra emulare i dittatori africani. Durante la campagna elettorale per le elezioni europee, Meloni ha chiesto di essere votata come “Giorgia”, cercando di instaurare un legame personale con il suo elettorato. Questa strategia richiama l’idolatria tipica dei regimi africani, dove i leader sono visti come salvatori della patria. Paolo Malacarne, in una lettera ad Avantionline, ha criticato la deriva mediatica della RAI, che spesso mostra Meloni come una figura dominante. Il politologo Marco Tarchi ha notato come Meloni personalizzi l’azione politica, usando frequentemente l’«io» anziché il «noi», per rafforzare la sua immagine di leader indiscusso.

La RAI è stata accusata di essere al servizio del governo, un fenomeno che ricorda il controllo mediatico del regime di Daniel Arap Moi in Kenya negli anni ’80 e ’90. Durante quel periodo, la stampa doveva parlare positivamente del presidente, e le notizie venivano spesso manipolate per mettere in luce le sue azioni. L’Usigrai, il principale sindacato dei giornalisti della RAI, ha denunciato questo sistema di controllo e censura, paragonandolo alle pratiche autoritarie africane.

Un’altra somiglianza tra Meloni e i dittatori africani è la tendenza a non assumersi la responsabilità delle proprie incapacità. Meloni spesso dà la colpa ai governi precedenti o all’opposizione per i problemi attuali, una strategia che le permette di trincerarsi nel ruolo di vittima e generare simpatia tra i suoi sostenitori. Mattia Madonia, su Thevision.com, ha osservato come questa tendenza a dare la colpa agli altri per i fallimenti del governo sia comune tra i leader autoritari africani, che spesso incolpano l’opposizione e i finanziatori esterni.

È difficile dire se Meloni abbia effettivamente studiato i comportamenti dei dittatori africani, ma il suo stile di leadership mostra molte delle stesse caratteristiche. Questo solleva interrogativi su come Meloni intenda governare e quali siano le sue vere intenzioni politiche.

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