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“Amico dei cinesi”. I dubbi dei Repubblicani su Tim Waltz, il Vice scelto da Kamala Harris

Pubblicato: 07/08/2024 12:35

Alla fine Kamala Harris ha scelto, come suo candidato Vicepresidente nella corsa alla Casa Bianca, il 60enne Governatore del Minnesota Tim Waltz. Una decisione che ha sorpreso solo in parte, visto che lo Stato americano è uno di quelli in bilico, che saranno decisivi per l’elezione del nuovo inquilino dello Studio Ovale. Ma che promette di generare polemiche, soprattutto da parte dei Repubblicani, per l’assidua frequentazione di Waltz con ambienti cinesi. Laureato in scienze sociali, il Governatore del Minnesota è stato infatti scelto in passato dall’Universtà di Harvard per avviare un programma legato alla “educazione globale”. Ed è stato inviato nella Repubblica Popolare Cinese fra il 1989 e il 1990 nell’ambito di un progetto, condiviso con il governo di Pechino, per lavorare con gli studenti delle scuole superiori cinesi. In seguito Waltz ha avviato un programma di cooperazione fra studenti americani e cinesi, e ha creato la Education Travel Adventures, piccola società che organizzava ogni anno viaggi di istruzione in Cina per gli studenti americani delle scuole superiori. In seguito, il neo candidato Vicepresidente è stato “Visiting Fellow” di Relazioni Internazionali presso l’Università Politecnica di Macao, dove ha ulterormente sviluppato la sua conoscenza del colosso asiatico.

Un curriculum che ha farà storcere il naso a Trump e ai suoi, che puntano sul rilancio del mondo del lavoro americano e degli Stati impoveriti dalla globalizzazione selvaggia. I Repubblicani vogliono riportare la produzione di beni all’interno dei confini nazionali, e per farlo ipotizzano nuovi dazi da imporre sull’importazione di merci cinesi. Ecco quindi che le frequentazioni di Tim Waltz con Pechino promettono di diventare un facile bersaglio elettorale. Ma il neocandidato democratico non sembra curarsene molto. E in una lunga intervista al New York Times, ha mostrato un carattere deciso ma anche la volontà di non “demonizzare” gli avversari politici. Di Trump e del suo Vice JD Vance ha detto semplicemente che “sono strani“. E gli elettori Repubblicani “non sono dei mostri” e vanno capite le loro ragioni per fargli cambiare idea. Sembra solo l’inizio di un confronto inedito, soprattutto per un fronte democratico che ha vissuto il cambio in corsa del candidato presidenziale e che si trova a dover recuperare lo svantaggio ancora presente in alcuni degli Stati chiave per l’elezione del nuovo Presidente.

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Ultimo Aggiornamento: 07/08/2024 12:37

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