Non si rischia l’accusa di sessismo o di cat calling nel dire che Luana Alonso, la nuotatrice paraguaiana divenuta famosa in Rete (e non solo) in occasione dei Giochi di Parigi, è diventata una sorta di “simbolo sexy” delle Olimpiadi francesi. Eliminata nelle batterie della specialità dei 100 farfalla, la bionda atleta sudamericana non ha fatto parlare di sé tanto per i risultati ottenuti, quanto per una serie di eventi capitati dopo la gara. Primo fra tutti il sorprendente annuncio del ritiro dall’attività agonistica a soli 20 anni, che ha spiazzato un po’ tutti anche nella sua delegazione. Poi, per la vertiginosa crescita dei suoi follower in Rete (pare siano arrivati intorno ai 665.000), il che ha fatto pensare a qualcuno che Luana volesse passare dai faticosi allenamenti in piscina a una più remunerativa carriera nello spettacolo o nel mondo degli influencer. Tesi peraltro smentita dall’interessata. Ma, soprattutto, della Alonso oggi si parla per la sua repentina cacciata dal Villaggio Olimpico. Una decisione presa – a quanto sembra – dallo capo delegazione della sua stessa squadra, che ha “accusato” la 20enne paraguaiana di “creare un ambiente inappropriato“. Una formula un po’ strana, che sembra più adatta a un collegio di 16enni di fine ‘800 che a un ambiente in cui tutti sono adulti e responsabili delle proprie azioni. Ma cosa avrebbe fatto Luana per spingere i responsabili del Villaggio a questa decisione?
Come riporta Salvatore Riggio sul sito del Corriere, “tutto è iniziato pochi giorni fa. Il 27 Luglio, dopo essere stata eliminata nelle batterie dei 100 farfalla, Luana Alonso ha annunciato a sorpresa e in lacrime il suo ritiro”. La nuotatrice sudamericana ha detto di voler “andare negli Stati Uniti per continuare la mia carriera scientifica”. L’ambizione della Alonso sarebbe diventare Ministro dello Sport del suo paese. L’annuncio ha sorpreso anche i responsabili della squadra di nuoto paraguaiana. Ed è qui che è iniziato il “mistero” che ha portato alla cacciata della Alonso dal Villaggio Olimpico. Perché l’atleta, come ha raccontato la capo delegazione del Comitato Olimpico paraguaiano Larissa Schaerer, nonostante fosse stata avvertita attraverso una e-mail di non poter più entrare nel Villaggio in quanto aveva annunciato il suo ritiro, la Alonso si è ripresentata il giorno successivo in abiti borghesi. E la Schaerer le ha impedito di entrare. Nella mail che le aveva spedito, la capo delegazione era stata chiara: “La tua presenza sta creando un ambiente inappropriato all’interno della squadra del Paraguay. Per favore procedi come da istruzioni, non hai trascorso la notte nel Villaggio di tua spontanea volontà”.
Non è chiaro, però, né perché la semplice presenza dell’atleta avrebbe creato un clima inappropriato, né perché Luana avesse deciso ugualmente di rientrare nel Villaggio Olimpico nonostante gli avvertimenti ricevuti. La stessa atleta, in una nota, ha voluto chiarire che “non mi hanno mai cacciata o espulsa da nessuna parte, smettete di diffondere informazioni false. Non voglio rilasciare comunicati, ma non intendo nemmeno lasciare che le bugie mi danneggino”. Chi ha ragione? Quel che è certo, è che la richiesta di allontanamento della ragazza sembra essere arrivata dall’interno della sua stessa delegazione. Questo perché, secondo Schaerer, “da tempo la Alonso non soddisfaceva i parametri di un’atleta ad alte prestazioni. Questo ci è stato detto dall’allenatore”. Ma allora perché è stata convocata per partecipare alle Olimpiadi? Secondo i più maligni, l’esclusione della ragazza sarebbe legata piuttosto alla grande esposizione mediatica e alle generosità con cui ha esibito il suo fisico perfetto, per poi pubblicare numerose foto in costume sui canali social. Un comportamento che avrebbe distolto l’attenzione dei media e degli stessi atleti dalla competizione. Il mistero del ritorno della Alonso al Villaggio comunque rimane intatto. E qualcuno si è chiesto, maliziosamente, se secondo i dettami del “politicamente corretto” il suo non si possa considerare come un caso di sessismo al contrario, in cui un’atleta viene “punita” solo per il suo aspetto procace.