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Olimpiadi, atleta sfida il regime talebano: “Free Afghan Women”. Squalificata

Pubblicato: 10/08/2024 09:20

“Free Afghan women” è stato il potente messaggio di protesta lanciato da Manizha Talash, una breakdancer afgana, durante le Olimpiadi di Parigi 2024. Originaria di Kabul e membro della Squadra dei Rifugiati, Talash è stata squalificata per aver utilizzato la sua performance nella gara femminile di breakdance per portare l’attenzione mondiale la difficile situazione delle donne nel suo Paese. In un gesto simbolico e carico di significato, ha tolto la felpa nera che indossava, rivelando un mantello celeste con la scritta bianca “Free Afghan women”. La squalifica è stata applicata a causa della violazione dell’articolo 50 del regolamento olimpico, che proibisce l’uso di slogan o dichiarazioni politiche all’interno dei luoghi di competizione. “Desideravo dimostrare al mondo che qualsiasi cosa è possibile”, ha dichiarato l’afghana al termine della gara.
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Questo atto di ribellione, inserito in una disciplina caratterizzata dall’espressione libera e dallo stile di strada, ha messo in luce il contrasto tra la vitalità di questa cultura giovanile e la repressione che le donne afgane subiscono quotidianamente. La protesta di Talash non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di resistenza contro le severe restrizioni imposte dal regime talebano.

Il Comitato Olimpico Afghano in esilio, riconosciuto a livello internazionale, ha selezionato sei atleti per rappresentare il Paese, ma il regime talebano, con il proprio comitato sportivo riconosciuto solo all’interno dell’Afghanistan, ha inviato alle Olimpiadi solo tre atleti uomini, escludendo completamente le donne dalla partecipazione sportiva.

Qualche giorno fa un’altra atleta afghana a Parigi 2024

L’atto di Talash segue quello di un’altra atleta afgana, Kimia Yousofi, che ha portato avanti la sua battaglia per i diritti delle donne durante le Olimpiadi di Parigi. Yousofi, rifugiata in Australia dal 2021, ha gareggiato nei preliminari dei 100 metri femminili di atletica, utilizzando la sua partecipazione come piattaforma di protesta. Con un semplice foglio su cui aveva scritto «Istruzione, sport, i nostri diritti», Yousofi ha attirato l’attenzione globale sulle condizioni oppressive in cui vivono le donne afgane sotto il regime talebano.

Il caso di queste atlete mette in luce la difficile condizione delle donne afgane, costrette a vivere in un contesto dove i loro diritti fondamentali vengono costantemente violati. Nonostante la repressione, queste donne coraggiose continuano a lottare per un futuro migliore, cercando di mantenere viva la speranza e di richiamare l’attenzione del mondo su una crisi che non può essere ignorata. La determinazione di atlete come Talash e Yousofi rappresenta non solo una sfida diretta al regime talebano, ma anche un messaggio di speranza per tutte le donne afgane, che vedono in loro un simbolo di resistenza e di lotta per la libertà.

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Ultimo Aggiornamento: 10/08/2024 14:55