Un atto di violenza inaudita ha scosso la comunità di Vieste, nel Foggiano, dove un dodicenne è stato vittima di un brutale episodio di bullismo. Il giovane, costretto a inginocchiarsi, è stato schiaffeggiato e deriso da un gruppo di coetanei, mentre la scena veniva ripresa e successivamente diffusa sui social, rendendo virale l’ennesimo caso di abuso minorile.
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L’aggressione, durata un minuto e venti secondi, è stata portata avanti da un branco composto da oltre dieci ragazzini, di cui alcuni impegnati a filmare l’atto di violenza con i propri smartphone. Il video ha rapidamente circolato nelle chat e sulle piattaforme social, amplificando ulteriormente l’umiliazione subita dalla vittima.
La gravità dell’episodio ha spinto il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, a intervenire pubblicamente. In una dichiarazione rilasciata all’Ansa, il primo cittadino ha espresso preoccupazione per l’accaduto, sottolineando l’importanza di un intervento immediato: «Monitoriamo la situazione con i servizi sociali e i carabinieri. Stiamo convocando in Comune genitori e minori per capire l’accaduto e attivare eventuali percorsi. Bisogna recuperare i valori». Nobiletti ha inoltre evidenziato la necessità di educare i giovani non solo ai sentimenti e al rispetto reciproco, ma anche all’uso consapevole dei social media, strumenti che, se mal gestiti, possono diventare pericolosi veicoli di violenza e sopraffazione.
Questo episodio ricorda un caso analogo avvenuto a Latina, dove i bulli, nonostante l’evidenza delle prove, sono stati tutti assolti, lasciando dietro di sé un senso di impunità e frustrazione. I responsabili avevano persino pubblicato sui social delle “storie” dal tribunale dei Minori di Roma, deridendo ulteriormente la giustizia.
Il caso di Vieste rappresenta un ulteriore campanello d’allarme sull’escalation del bullismo giovanile, un fenomeno che richiede risposte rapide e decise da parte delle istituzioni, ma soprattutto un ripensamento dei modelli educativi in seno alle famiglie. Educare ai sentimenti, alla responsabilità e al rispetto deve tornare a essere una priorità per contrastare la deriva di violenza che, sempre più spesso, trova terreno fertile tra i più giovani.