Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, gli Stati Uniti starebbero intrattenendo colloqui segreti con il presidente venezuelano Nicolas Maduro, con l’obiettivo di spingerlo a rinunciare al potere in cambio di un’amnistia. Questa mossa sarebbe motivata dall’emergere di “prove schiaccianti” che indicherebbero una sconfitta di Maduro alle ultime elezioni presidenziali.
Le fonti citate dal quotidiano americano affermano che l’amministrazione Biden avrebbe discusso la possibilità di grazia non solo per Maduro, ma anche per i suoi principali collaboratori, alcuni dei quali sono stati già incriminati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
L’ultima carta degli USA
Secondo una delle tre fonti anonime che hanno parlato con il Wall Street Journal, gli Stati Uniti sarebbero disposti a mettere “tutto sul tavolo” pur di convincere Maduro a lasciare il Paese prima della scadenza del suo mandato, prevista per gennaio. Questa strategia evidenzierebbe un tentativo da parte di Washington di porre fine al lungo periodo di crisi politica e sociale che affligge il Venezuela sotto la presidenza di Maduro.
Il contesto e le implicazioni
Questa rivelazione arriva in un contesto di forti tensioni e sanzioni internazionali contro il governo venezuelano, con l’obiettivo di ripristinare la democrazia nel Paese. Tuttavia, resta da vedere se Maduro sarà disposto ad accettare un accordo che preveda la sua uscita di scena in cambio dell’amnistia.
Le implicazioni di tali colloqui potrebbero essere significative non solo per il futuro del Venezuela, ma anche per gli equilibri geopolitici nella regione. Gli Stati Uniti, che da anni non riconoscono la legittimità di Maduro come presidente, potrebbero finalmente vedere un cambiamento di regime che apra la strada a nuove elezioni democratiche.
In attesa di ulteriori sviluppi, la comunità internazionale osserva con attenzione, consapevole che il destino del Venezuela potrebbe essere a una svolta decisiva.