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L’Italia e altri otto Paesi europei contro X: “ha usato i dati di 60 milioni di cittadini senza consenso”

Pubblicato: 12/08/2024 11:46

Nove Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno avviato una causa contro la piattaforma X. Il motivo? L’uso di dati privati per addestrare la sua intelligenza artificiale. L’azione legale parte da una denuncia di Noyb, un’organizzazione non governativa austriaca che si occupa di privacy. La denuncia è stata presentata alle autorità di protezione dei dati di Austria, Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia e Spagna, oltre che all’Italia.
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Violazione delle norme Gdpr

L’accusa principale riguarda la presunta violazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). Secondo Noyb, X ha utilizzato i dati personali di circa 60 milioni di utenti europei senza informarli o chiedere il loro consenso, come richiesto dalle leggi europee. La piattaforma non avrebbe nemmeno avvisato i suoi utenti, a differenza di altre aziende come Meta, che ha dovuto interrompere le attività di addestramento dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea.

Noyb sottolinea come la Commissione irlandese per la protezione dei dati abbia già intrapreso un’azione legale contro X, ma ritiene che si sia concentrata su aspetti superficiali, ignorando la questione centrale: l’acquisizione massiccia e illegale di dati privati. Molti utenti hanno scoperto le nuove impostazioni dell’IA tramite un post virale su X, invece di ricevere informazioni dirette e la possibilità di rifiutare.

L’organizzazione Noyb, che significa “None of your business” (“Non sono affari tuoi”), chiede ora un’indagine completa su X. Vuole risposte su come l’azienda gestisce i dati dei suoi clienti europei, separandoli da quelli degli altri utenti, come previsto dagli standard comunitari. La vicenda ha sollevato molte preoccupazioni sulla privacy e sui diritti digitali in Europa, portando alla ribalta una questione che potrebbe avere ripercussioni importanti per il futuro della protezione dei dati. dagli altri.

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