Il mistero attorno all’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto il 30 luglio a Terno d’Isola, si infittisce sempre di più. Sharon, una donna di 33 anni dalla vita semplice e riservata, viveva a pochi chilometri di distanza dai luoghi che frequentava abitualmente: la sua casa, la residenza dei genitori a Bottanuco, e il bar della pasticceria Vanilla a Brembate, dove lavorava come barista. Era circondata dall’affetto del suo compagno Sergio Ruocco, con cui aveva una relazione stabile dal 2011, e della sua famiglia. La sua vita quotidiana era caratterizzata da attività tranquille, come il lavoro, le spese e le passeggiate serali.
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L’omicidio è avvenuto in una strada poco trafficata ma illuminata, verso mezzanotte e cinquanta. Nonostante l’ora, la zona non era completamente deserta: alcune persone erano ancora sveglie, e diverse testimonianze parlano di urla di aiuto sentite da passanti e residenti. Nonostante ciò, sembra che nessuno abbia notato movimenti sospetti prima dell’aggressione. Il corpo di Sharon presentava lividi sul braccio sinistro, segno che potrebbe essere stata afferrata con forza prima di essere colpita. Una ragazza, la prima a vedere Sharon a terra sanguinante, è fuggita spaventata per poi tornare e avvisare i soccorsi. Almeno due donne hanno sentito Sharon chiedere aiuto, e altre persone, come un quarantenne con la sua compagna, erano in giro con i loro cani poco prima dell’aggressione, ma non hanno notato nulla di sospetto.
Le indagini sono in corso e si concentrano sull’analisi delle telecamere di sorveglianza presenti lungo il percorso compiuto da Sharon quella notte. Tuttavia, la qualità delle immagini non è omogenea, e gli inquirenti stanno utilizzando tecniche avanzate per cercare di migliorarle e ricavare dettagli utili. La morte di Sharon rimane avvolta nel mistero, senza un movente apparente e con pochi indizi concreti.