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Torino, giornalista preso a pugni dal padre di una bambina investita e uccisa

Pubblicato: 14/08/2024 14:18

Un giornalista è stato picchiato violentemente mentre stava seguendo una drammatica vicenda di cronaca. Maurizio Bosio – reporter dell’agenzia Reporters, che da anni collabora con La Stampa – lavorava infatti al triste caso di Esmeralda, la bimba di due anni investita e uccisa da un’auto in manovra al parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, quando è stato aggredito dal padre della piccola: ha riportato la frattura del setto nasale e ha avuto una prognosi di 14 giorni.
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“Aveva documentato già in mattinata la vicenda della bambina. Quando intorno all’ora di pranzo si è diffusa la notizia della morte della bambina, – ha spiegato il quotidiano torinese – Maurizio ha posato la macchina fotografica e si è avvicinato al padre della piccola con il massimo rispetto per porgergli le sue condoglianze. Purtroppo in quel momento è stato aggredito”.

Il Cdr del giornale torinese parla di “episodio grave, l’ennesimo, che ancora una volta sottolinea il pesante clima di tensione e diffidenza in cui siamo costretti a lavorare. Un clima intollerabile perché la nostra unica colpa, se così possiamo definirla, è quella di dare conto ai lettori di ciò che accade, con scrupolo e puntualità. Quello che continueremo a fare. A Maurizio tutta la nostra solidarietà e l’invito a non mollare”.

Anche Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, ha voluto esprimere solidarietà al fotogiornalista aggredito: “La violenza, anche nei momenti più bui, non può mai essere una risposta e merita una ferma condanna. Un pensiero al giornalista Bosio, vittima di un episodio grave e intollerabile mentre svolgeva il proprio lavoro”.

Inizialmente era circolata la voce secondo cui la bambina stesse facendo l’elemosina davanti all’ospedale, poi smentita dall’assessore delle Politiche sociali della città di Torino. Maurizio Marrone (FdI), assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, aveva detto: “È inaccettabile consentire ai nomadi di trascinare con loro minori nell’accattonaggio di strada. Se i Servizi sociali del Comune di Torino applicassero ai rom la metà del rigore con cui dispongono gli allontanamenti dei minori dalle altre famiglie, forse questa tragedia si sarebbe potuta evitare. Nelle linee di indirizzo ai servizi socioassistenziali chiariremo presto che i diritti dei minori vanno tutelati sempre”. La verità è che la piccola era con la famiglia in visita a un parente degente all’ospedale San Giovanni Bosco.

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