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Suicida per il licenziamento dopo un danno di 280 euro: al funerale il parroco zittisce la protesta dei colleghi

Pubblicato: 17/08/2024 13:19

Un uomo di 55 anni, originario di Padova, si è tolto la vita dopo essere stato licenziato dal suo lavoro alla Metro di Marghera. Dopo 27 anni di servizio impeccabile, la decisione dell’azienda è arrivata per un danno di soli 280 euro, legato a presunte agevolazioni concesse a clienti storici. Questo gesto disperato ha lasciato sgomenti i familiari e i colleghi, che hanno voluto ricordarlo durante il suo funerale.
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Rabbia e dolore al funerale

La chiesa di Pontelongo, a Padova, ha visto una scena carica di tensione e dolore. Piera Meneghetti, collega e delegata della Cgil, ha preso la parola per esprimere il suo dolore e la sua rabbia contro l’azienda. «Eravamo una famiglia, ma l’azienda ha dimenticato il valore delle persone, trattandoci come semplici risorse da sfruttare», ha detto Meneghetti con voce ferma.

Le sue parole sono state bruscamente interrotte dal parroco, don Carlo Pampalon, che l’ha invitata a limitarsi ai ricordi personali, sottolineando che «qui non siamo al sindacato». L’intervento del sacerdote ha lasciato Meneghetti incredula, portandola a scusarsi e poi a lasciare la chiesa visibilmente scossa.

Le colleghe, però, non hanno esitato a sostenerla: «Ti sei scusata, ma non dovevi. Lui meritava quel ricordo, e sappiamo tutti che senza il licenziamento sarebbe ancora tra noi». Un funerale che si è trasformato in un momento di riflessione amara sulla dignità del lavoro e sull’importanza di considerare l’essere umano dietro ogni dipendente.

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