Vai al contenuto

Serial killer “vampiro”, reo confesso di 42 omicidi, fugge dalla Stazione di Polizia. Otto agenti arrestati

Pubblicato: 21/08/2024 14:40

Desta molta preoccupazione, oltre a una buona dose di sconcerto, l’arresto di otto agenti della Polizia kenyota avvenuta nei giorni scorsi a Nairobi. Perché se le accuse a loro carico verranno confermate, gli otto sarano accusati di avere favorito la fuga di 13 prigionieri dalle celle di una Stazione di Polizia della Capitale del Kenya. Sarebbe già una circostanza molto grave, ma ad aggravarla pesantemente è il fatto che fra i fuggitivi ci sia anche Collins Jumaisi Khalusha, 33 anni, arrestato nel mese di Luglio perché sospettato di essere un sanguinario serial killer, fra i peggiori conosciuti nel continente africano. A riferirlo è l’inviato del quotidiano inglese The Guardian nel Paese. Khalusha, secondo le informazioni rilasciate dalle Forze dell’Ordine, avrebbe confessato l’uccisione e lo smembramento di almeno 42 donne negli ultimi due anni, fra le quali la moglie scomparsa senza lasciare traccia nel 2022. A conferma di quanto dichiarato, l’assassino seriale avrebbe indicato in una cava utilizzata come discarica il luogo in cui si liberava dei corpi delle sue vittime. La Polizia ha riferito che almeno 10 sacchi contenenti parti di corpi feminili sono stati ritrovati nella discarica dopo la confessione del 33enne.

“La nostra indagine preliminare”, ha dichiarato l’Ispettore Generale di Polizia Gilbert Masengeli in una conferenza stampa, “indica che la fuga è stata facilitata da addetti ai lavori. Qualsiasi persona sarà trovata colpevole, dovrà affrontare le dure conseguenze di ciò che ha fatto”. Il Capo della Direzione delle Indagini Penali Mohamed Amin, a sua volta, parlando di Khalusha ha spiegato che “abbiamo a che fare con un vampiro, uno psicopatico“. Durante la perquisizione della casa del sospetto serial killer, la polizia aveva trovato un machete, sacchi di nylon, guanti di gomma industriali, diverse carte d’identità, biancheria intima femminile e una corda. Tutti oggetti compatibili con lo stato dei corpi trovati smembrati nella cava. Lo stesso avvocato di Khalusha ha confermato che con ogni probabilità il suo assistito è stato aiutato a scappare, visto che la Stazione di Polizia è “altamente protetta” e una fuga casuale dei 13 detenuti sembra irrealistica. Il caso di Collins Khalusha in Kenya ha creato scalpore e polemiche anche perché si inserisce in un contesto di frequenti violenze sulle donne che troppo spesso rimangono impunite. E la gente si chiede come il colpevole di omicidi così raccapriccianti e di brutale ferocia possa averla fatta franca per tanto tempo.

Continua a leggere su TheSocialPost.it