Sven-Göran Eriksson, il celebre allenatore svedese, ha condiviso un toccante messaggio di addio mentre continua a lottare contro un tumore terminale, con una prognosi che gli lascia meno di un anno di vita. Le sue parole, pronunciate in un documentario intitolato “Sven”, rivelano la serenità e la consapevolezza con cui sta affrontando la fase finale della sua esistenza.
“Ho avuto una bella vita, sì,” afferma Eriksson con una calma che riflette anni di saggezza e riflessione. “Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo. Ma la vita riguarda anche la morte. Dovete imparare ad accettarlo, per quello che è.” Con una lucidità straordinaria, Eriksson riconosce la fine inevitabile, sperando che coloro che lo hanno conosciuto possano ricordarlo come “un uomo positivo“. Tuttavia, non manca di aggiungere con umiltà: “Ma non tutti lo diranno.”
Il messaggio di Eriksson è intriso di gratitudine e affetto per coloro che lo hanno accompagnato nella sua lunga carriera. “Non essere dispiaciuto, sorridi,” dice rivolgendosi al pubblico, ai colleghi allenatori, ai giocatori e ai tifosi. “Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, prendetevi cura della vostra vita e vivetela. Fino alla fine.”
Sven-Göran Eriksson, il celebre allenatore svedese, ha condiviso un toccante messaggio di addio mentre continua a lottare contro un tumore terminale, con una prognosi che gli lascia meno di un anno di vita. Le sue parole, pronunciate in un documentario intitolato “Sven”, rivelano la serenità e la consapevolezza con cui sta affrontando la fase finale della sua esistenza.
“Ho avuto una bella vita, sì,” afferma Eriksson con una calma che riflette anni di saggezza e riflessione. “Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo. Ma la vita riguarda anche la morte. Dovete imparare ad accettarlo, per quello che è.” Con una lucidità straordinaria, Eriksson riconosce la fine inevitabile, sperando che coloro che lo hanno conosciuto possano ricordarlo come “un uomo positivo”. Tuttavia, non manca di aggiungere con umiltà: “Ma non tutti lo diranno.”
Il messaggio di Eriksson è intriso di gratitudine e affetto per coloro che lo hanno accompagnato nella sua lunga carriera. “Non essere dispiaciuto, sorridi,” dice rivolgendosi al pubblico, ai colleghi allenatori, ai giocatori e ai tifosi. “Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, prendetevi cura della vostra vita e vivetela. Fino alla fine.”
Eriksson, noto soprattutto in Italia per aver guidato la Lazio alla conquista del titolo di Campione d’Italia nel 2000, ha annunciato pubblicamente la sua malattia lo scorso gennaio. Da allora, ha continuato a vivere con dignità e coraggio, accettando la diagnosi che, nella migliore delle ipotesi, gli concede ancora pochi mesi. La sua testimonianza, oltre a essere un messaggio di addio, è un invito a vivere la vita appieno, a non rimpiangere, ma a celebrare i momenti vissuti e le persone incontrate lungo il cammino.
Il documentario “Sven” si propone non solo come un tributo alla carriera di Eriksson, ma anche come una riflessione profonda sulla vita, la morte, e l’eredità che ciascuno di noi lascia. Le parole di Eriksson risuonano come un commiato sereno e pieno di gratitudine, un ultimo atto di amore verso il calcio e verso la vita stessa.
Eriksson, noto soprattutto in Italia per aver guidato la Lazio alla conquista del titolo di Campione d’Italia nel 2000, ha annunciato pubblicamente la sua malattia lo scorso gennaio. Da allora, ha continuato a vivere con dignità e coraggio, accettando la diagnosi che, nella migliore delle ipotesi, gli concede ancora pochi mesi. La sua testimonianza, oltre a essere un messaggio di addio, è un invito a vivere la vita appieno, a non rimpiangere, ma a celebrare i momenti vissuti e le persone incontrate lungo il cammino.
Il documentario “Sven” si propone non solo come un tributo alla carriera di Eriksson, ma anche come una riflessione profonda sulla vita, la morte, e l’eredità che ciascuno di noi lascia. Le parole di Eriksson risuonano come un commiato sereno e pieno di gratitudine, un ultimo atto di amore verso il calcio e verso la vita stessa.