PALERMO – il mega yacht a vela Bayesian è affondato in appena 60 secondi, trascinando con sé sei vite e lasciando dietro di sé una scia di domande senza risposta. Dei ventidue passeggeri a bordo, solo quindici sono riusciti a salvarsi grazie all’attivazione automatica della scialuppa autogonfiabile. Il bilancio finale del disastro parla di nove membri dell’equipaggio sopravvissuti su dieci, mentre solo sei degli ospiti hanno trovato la salvezza.
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Le indagini, iniziate immediatamente dopo la tragedia, stanno cercando di ricostruire gli ultimi momenti di vita del Bayesian. I sommozzatori speleologi dei vigili del fuoco e della guardia costiera sono costantemente immersi a 49 metri di profondità, cercando di recuperare i corpi dei sei dispersi e di capire cosa sia successo all’interno dello yacht, ormai adagiato sul fondale marino. «Il Bayesian è una piccola Concordia, ci stiamo aprendo una via per arrivare alle cabine», hanno raccontato i sub impegnati nelle ricerche. La priorità è arrivare alle sei cabine del ponte inferiore e alla suite armatoriale a poppa, dove si crede siano rimasti intrappolati i sei scomparsi.
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L’imbarcazione, un veliero di lusso lungo 56 metri, giace ora con lo scafo piegato di novanta gradi sul fianco destro. Le prime ispezioni hanno confermato che lo scafo è integro, l’albero maestro intatto e non vi sono segni evidenti di collisioni. Tuttavia, la tromba d’acqua che si è abbattuta su Porticello sembra essere stata il fattore scatenante del naufragio. Un video registrato da una telecamera di sorveglianza di una villa nelle vicinanze ha ripreso gli ultimi momenti dello yacht prima di inabissarsi sotto la furia della tempesta. Le perlustrazioni subacquee hanno inoltre rivelato che, al momento dell’affondamento, la deriva mobile del veliero era in posizione alzata, un assetto utilizzato normalmente per l’ingresso nei porti, ma che rende la nave estremamente instabile in condizioni di vento forte.
Accanto a queste prime certezze, sorgono numerosi interrogativi che stanno complicando il quadro dell’inchiesta. La principale ipotesi degli inquirenti è che una grande quantità d’acqua sia entrata rapidamente a bordo, forse a causa di un’onda anomala che ha colpito la poppa dello yacht, presumibilmente attraverso una porta lasciata aperta. Questo potrebbe aver provocato un immediato sbilanciamento della nave, portandola a inabissarsi in pochi istanti. Ma le circostanze restano avvolte nel mistero: com’è possibile che tra i superstiti ci siano quasi tutti i membri dell’equipaggio, compresi il comandante James Calfiled e il primo ufficiale, mentre solo sei degli ospiti sono riusciti a salvarsi?
Le vittime intrappolate al piano inferiore sono figure di spicco del mondo della finanza e della giurisprudenza internazionale. Tra di loro c’era il miliardario britannico Mike Lynch, la figlia diciottenne Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer con sua moglie Anne Elisabeth, e l’avvocato di Lynch, Chris Morvillo (ex procuratore federale di New York) con sua moglie Nada. La loro morte ha suscitato un’ondata di shock nel mondo della finanza globale, e molte domande sono rivolte ora al comandante e all’equipaggio: è stato fatto tutto il possibile per salvare i sei ospiti intrappolati nel ponte inferiore? Perché il cuoco delle Antille, Ricardo Thomas, è stato trovato senza vita accanto a un’uscita della barca, mentre altri membri dell’equipaggio sono riusciti a mettersi in salvo?
Mentre la priorità delle operazioni di recupero resta quella di raggiungere le cabine sommerse, gli inquirenti stanno ascoltando attentamente i superstiti, le cui testimonianze vengono messe a confronto per ricostruire l’esatta dinamica della tragedia. Ma le indagini si concentrano anche sulle decisioni prese nelle ore precedenti il naufragio: l’allerta meteo, diramata con largo anticipo, era stata forse sottovalutata? Il comandante e l’equipaggio erano pienamente consapevoli del pericolo imminente?
Intanto, i superstiti sono stati “blindati” in un lussuoso resort di Santa Flavia, trasformato in un vero e proprio bunker inaccessibile. Protetti da una società di gestione crisi, attivata dalla società armatrice riconducibile ad Angela Baccares, moglie del tycoon inglese, hanno scelto di non parlare con la stampa e di rimanere isolati, evitando qualsiasi contatto con i volontari e gli operatori italiani. Nessuno di loro ha richiesto supporto psicologico, preferendo affidarsi agli specialisti in crisi messi a disposizione in tempi record. Gli unici ad aver ottenuto qualche informazione sono stati sei vigili del fuoco che, armati delle piantine del veliero, si sono presentati al resort per farsi indicare le cabine occupate dai dispersi.
In questo clima di tensione e riservatezza, l’intera comunità internazionale osserva con attenzione l’evolversi delle indagini, mentre la verità su ciò che è realmente accaduto a bordo del Bayesian continua a sfuggire, sommersa nelle oscure acque di Porticello.