Palermo – Intrappolati come topi, senza via di scampo, i passeggeri del veliero britannico Bayesian hanno lottato fino all’ultimo istante per sfuggire alla morte, mentre la nave imbarcava acqua e si inabissava rapidamente a 50 metri di profondità nelle acque di Porticello, nei pressi di Palermo.
Secondo quanto appreso, dalle testimonianze raccolte dalla Procura di Termini Imerese, guidata dal Procuratore Ambrogio Cartosio, emerge un quadro drammatico: diversi passeggeri hanno tentato di fuggire dal disastro spostandosi verso il lato opposto dell’imbarcazione rispetto alle loro camere. L’acqua, però, aveva già invaso parte della nave, rendendo vana ogni speranza di salvezza.
Le indagini, che procedono senza indagati, si concentrano sui reati di naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni colpose. Gli inquirenti hanno riscontrato che almeno cinque delle sei vittime finora recuperate sono state trovate in camere diverse da quelle indicate dai superstiti, precisamente nel lato opposto della nave. Questo dettaglio, emerso anche dalle piante del veliero, suggerisce che le vittime, nel loro disperato tentativo di mettersi in salvo, siano state sorprese dall’acqua mentre cercavano di abbandonare le loro stanze.
Il naufragio del Bayesian resta un enigma che la Procura sta cercando di risolvere, raccogliendo tutte le prove possibili per comprendere cosa abbia portato alla tragedia e perché quei passeggeri non siano riusciti a salvarsi. Le autorità continuano a indagare, nella speranza di fare luce su uno dei disastri marittimi più gravi degli ultimi anni nel Mediterraneo.