Per scatenare i “complottisti della Rete“, niente poteva essere più calzante di una tragedia che ha visto morire personaggi di spicco per l’affondamento anomalo di uno yacht “inaffondabile”. Con tanto di inquietanti coincidenze (la morte per incidente stradale dell’ex socio del proprietario del Bayesian, Mike Lynch, avvenuta pochi giorni prima dell’affondamento) e i tanti dubbi per la ricostruzione della tragedia, piena di punti oscuri, da parte del comandante della nave James Catfield. E così si sprecano post in cui vengono espresse ipotesi, anche le più strampalate, con la certezza che vi sia la lunga mano dei poteri forti dietro la tragedia. Va detto però che non sono solo i complottisti del Web a sollevare dubbi. In un articolo molto dettagliato di Lucio Musolino, il Fatto Quotidiano oggi pone una lunga serie di domande, chiedendosi se quella avvenuta a Palermo non sia una vera e propria Spy Story. “Una spy story?”, si chiede Musolino. “Forse sì, forse no. Ma di sicuro ci sono tutti gli elementi per poter dire che le coincidenze sono troppe attorno al mistero del naufragio del Bayesian”. E non aiuta a dirimere i dubbi la decisione della Procura di Termini Imerese di blindare ogni comunicazione con la stampa “appena si è saputo che a bordo del veliero c’era il tycoon Myke Linch”.
A tutto questo, vanno aggiunti i legami non troppo segreti fra il miliardario britannico e i principali servizi segreti occidentali. Si parla della Cia, dell’inglese MI5, del Mossad israeliano. Inoltre la società di Lynch, la Darktrace, è impegnata nella cybersicurezza e collegata a personaggi di spicco: tra i suoi membri sono citati infatti Lord Evans of Weardale, ex direttore dei servizi segreti britannici, e Alan Wade, ex membro della Cia. Quest’ultimo, oltretutto, aveva fondato la società Chiliad con Christine Maxwell, sorella di Ghislaine Maxwell, complice del famigerato Jeffrey Epstein nel celeberrimo caso dell'”isola dei pedofili”, lo scandalo di prostituzione minorile che ha portato al discusso suicidio in carcere di Epstein (che secondo molti era un agente del Mossad con il compito di raccogliere materiale compromettente su persone potenti) e alla condanna della stessa Maxwell a 20 anni di carcere. Non bastasse, il padre di Ghislaine era Robert Maxwell, ex parlamentare, sospettato di spionaggio a favore di governi stranieri, in particolare con il finanziamento della Russia, e morto anch’egli in circostanze strane: il suo corpo fu ritrovato nel 1991 mentre galleggiava vicino alle isole Canarie dopo essere “caduto dal suo yacht”. Ai suoi funerali parteciparono sei capi dei servizi segreti israeliani e l’allora primo ministro Shamir, che nel ricordarlo disse “ha fatto di più per Israele di quanto si possa dire oggi”.
A 30 anni di distanza, Lynch si occupava di intelligenza artificiale applicata alla sicurezza informatica e aveva assunto numerosi agenti segreti. “Non è un caso”, continua il Fatto, “che all’indomani dello scoppio della Guerra in Ucraina le azioni della società di Lynch siano decollate, sino a essere cedute per oltre 5 miliardi di Euro, pagati in contanti poco dopo lo scoppio delle tensioni nella Striscia di Gaza“. Non solo: il miliardario inglese si trovava in Sicilia per festeggiare l’assoluzione in un processo, per il quale era stato estradato negli Stati Uniti, in cui era indagato con l’accusa di cospirazione e frode. “La sua società Autonomy“, scrive Musolino, “fu venduta da Lynch nel 2011 per 11 miliardi di dollari all’HP, che dopo un anno parlò di una sopravvalutazione di 8 miliardi”. E a festeggiare con Lynch sul Bayeasian c’erano anche il Presidente di Morgan Stanley Jonathan Bloomer e l’avvocato Cristopher Morbillo, fondamentale nell’assoluzione del tycoon britannico. A essere assolto nel processo anche Stephen Chamberlain, ex socio di Lynch travolto e ucciso sabato scorso da una Opel Corsa a Stretham, mentre attraversava a piedi Newmarket Road.
Un incredibile intreccio di spie, finanza, sicurezza informatica, servizi segreti, malversazioni, scandali sessuali e morti misteriose che sembra uscito dalla penna del maestro dei romanzi di genere John Le Carré in un periodo di particolare ispirazione. Il problema, come sempre in questi casi, è che un simile intreccio non aiuta né a stabilire la verità, né a favorire la divulgazione di informazioni che aiutino l’opinione pubblica a comprendere cos’è veramente successo. Tanto che ora in Sicilia stanno indagando anche agenti dei servizi segreti inglesi e chissà chi altro. “In attesa di capire che cosa emergerà dall’inchiesta della Procura di Termini Imerese”, conclude il Fatto, “di certo il contesto in cui operavano i protagonisti del naufragio del Bayesian alimenta la suggestione che intorno a questa storia ci potrebbe essere qualcosa di strano. Il condizionale è d’obbligo. In ogni caso, delle due l’una: o i miliardari inglesi che gravitavano intorno a Mike Lynch sono stati particolarmente sfortunati (compreso lui), o i Pm dovranno capire non solo come il veliero è affondato, ma anche se sia stata una casualità“.