
Nel 2017 negli Stati Uniti è iniziata una nuova era per l’informazione che riguarda gli oggetti volanti non identificati e l’esistenza di civiltà extraterrestri. L’esercito ha rilasciato filmati ufficiali di oggetti misteriosi intercettati da aerei e navi militari. Il Congresso si è riunito più volte per ascoltare le testimonianze di ufficiali, piloti e agenti dell’intelligence direttamente coinvolti ed è stata rivelata l’esistenza di un progetto segreto legato al Pentagono, con un budget di alcune decine di milioni, creato appositamente per studiare gli incontri con gli Uap (i vecchi Ufo). Al centro di questo parziale piano di disclosure (“disvelamento”) c’era la figura di Luis Elizondo, funzionario dell’intelligence americana che di quel progetto avrebbe fatto parte. Dopo molti anni di parziale divulgazione di informazioni, come ci informa in un lungo articolo La Stampa, Elizondo ha deciso di dimettersi dai suoi incarichi per affidare a un libro una serie di rivelazioni davvero clamorose. Soprattutto perché il testo è stato a lungo revisionato dal Pentagono prima della pubblicazione, pur senza commenti o approvazioni ufficiali. Gli addetti ai lavori aspettavano da tempo che qualcuno compiesse questo passo. Ed è naturale che a farlo sia stato l’agente che ha denunciato pubblicamente l’eccessiva segretezza e le resistenze che chi si stava occupando del tema era costretto ad affrontare.

Anche se in Italia se ne parla ancora poco, la nuova era degli studi in questa materia parte in realtà dai vertici governativi e militari. Soprattutto fra questi ultimi, sono molti gli ufficiali, i piloti, i radaristi che si sono esposti pubblicamente raccontando le loro esperienze. In molti hanno sottolineato come il fenomeno potrebbe rivelarsi una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (e non solo). La Camera dei Deputati Usa ha preso la cosa molto seriamente, e ha istituito canali ufficiali per raccogliere le testimonianze dei militari. Ora, però, Elizondo, libero da vincoli, ha deciso di raccontare ciò che sa in un libro intitolato “Imminent: Inside the Pentagon’s Hunt for U.F.O.”, uscito in questi giorni con un editore prestigioso: la HarperCollins. Il libro è stato comunque sottoposto a una revisione durata un anno da parte del Pentagono, per evitare la divulgazione di segreti che coinvolgono la sicurezza nazionale. Ma il contenuto del volume, di cui ha parlato diffusamente in questi giorni il New York Times, anche se parzialmente censurato è decisamente esplosivo. Il programma guidato dall’agente Usa negli anni ha raccolto dati e prove di incidenti che hanno coinvolto militari e intelligence, comprese immagini di manovre straordinarie da parte di oggetti sconosciuti girate da personale militare.

Elizondo nel suo volume, per la prima volta, lo ha scritto apertamente. “Questi veicoli“, ha rivelato l’ex funzionario dell’intelligence, “dimostrano una tecnologia che va oltre alla prossima generazione. Non possiamo più nascondere la testa sotto la sabbia, sappiamo di non essere soli. L’umanità non è l’unica vita intelligente nell’Universo e non è la specie Alfa“. Su questi misteriosi “visitatori”, l’ex funzionario ha rivelato che “non sembrano essere benevoli, forse sono neutrali“. Ed è proprio questo il punto che sembra rappresentare la maggiore incognita per Elizondo, nonché la più grande preoccupazione per chi studia così da vicino il fenomeno. “Le navicelle e l’intelligenza non umana che le controlla”, ha scritto infatti, “rappresentano, nella migliore delle ipotesi, un problema di sicurezza nazionale molto serio e, nella peggiore, la possibilità di una minaccia esistenziale per l’umanità“. La prima parola del titolo, “Imminent”, sembrerebbe indicare prossime e ulteriori rivelazioni da parte delle autorità americane. Vedremo se sarà veramente così.