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Sharon Verzeni, l’ombra di un serial killer? Paura a Bergamo, tre femminicidi senza colpevole

Pubblicato: 24/08/2024 09:35

Mentre proseguono le indagini sull’omicidio della povera Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata in strada da una persona ancora sconosciuta e per motivi che non sono affatto chiari, a Bergamo qualcuno ha paura. A riferirlo è il quotidiano Libero, secondo cui la tragedia di Sharon potrebbe non essere un fatto isolato. In passato, come raccontano le cronache, si sono già verificati episodi che potrebbero ricordare quello appena accaduto, e che avevano altre donne come vittime. Per cui qualcuno comincia a sollevare il dubbio che nella città orobica possa essere attivo quello che, mutuando la terminologia americana, potrebbe essere definito un serial killer. “Mettendo in fila i casi di femminicidi irrisolti degli ultimi anni è inevitabile avere qualche dubbio”, scrive il quotidiano milanese. “Prima di Sharon, più o meno con le stesse modalità e nell’arco di soli 17 chilometri, nel 2016 sono state accoltellate e uccise Gianna e Daniela senza che venisse trovato un colpevole. Ipotesi, scenari, strane teorie: gli investigatori hanno sempre scartato collegamenti fra i delitti, ma sono tanti gli aspetti che li accomunano“.

Nella notte di 8 anni fa, poco dopo la mezzanotte – lo stesso orario dell’omicidio Verzeni – fu trovata morta la 63enne Gianna De Gaudio. Era un’insegnante in pensione e le avevano tagliato la gola. Allora fu sospettato il marito, che finì anche a processo. Ma fu scagionato dalle accuse. L’uomo aveva riferito di aver visto un individuo incappucciato che rovistava nella borsa della moglie, già a terra senza vita, nella cucina di casa della coppia. Una testimonianza (“aveva i baffetti biondi e portava gli occhiali”) che i giudici avevano ritenuto credibile. In ogni caso, anche la De Gaudio, come Sharon Verzeni, era stata colta alle spalle. Quattro mesi dopo, il 2 Dicembre 2016 a Colognola, frazione di Bergamo, a essere aggredita e uccisa con una coltellata alla gola fu la 48enne Daniela Roveri, manager d’azienda, single. Daniela, che viveva con la madre e non sembrava avere nemici, fu sorpresa da suo assassino nell’androne del suo palazzo. Un’azione imrpovvisa che colse del tutto impreparata la vittima. Nel febbraio del 2019, dopo aver ascoltato 500 persone, gli inquirenti chiusero il caso, che rimase irrisolto. Gli investigatori sospettarono l’esistenza di un assassino seriale, vista la vicinanza temporale con il caso dell’insegnante, ma non emersero prove in questo senso.

La 23enne Laura Bigoni, uccisa a Clusone nel 1993

“Ma la preoccupazione aumenta”, scrive ancora Libero, “e se torniamo ancora più indietro, fino a 31 anni fa, i femminicidi irrisolti nella bergamasca salgono a sette. I tre che hanno più segnato la provincia sono accaduti nell’estate del 1993, a distanza di poche settimane uno dall’altro”. Prima vittima, in un caso di forte impatto mediatico, fu una ragazza milanese, Laura Bigoni di 23 anni, trovata morta nella casa di villeggiatura dei genitori a Clusone. Dell’omicidio fu accusato il fidanzato della ragazza, Jimmy Bevilacqua, prima condannato a 24 anni e poi assolto in Appello e in Cassazione. Due mesi dopo fu uccisa, apparentemente durante una rapina in casa, la 59enne Giacomina Carminati di Trescore Belneario (a 30 km da Clusone), che venne strangolata. Anche qui, le indagini non portarono ad alcuna soluzione. Terzo caso, quello di Marina Loreto, impiegata 28enne picchiata e strangolata nel parco del Famedio del Ponte, a 35 km da Trescore. Sotto le sue unghie vennero trovati capelli e un brandello di pelle dell’assassino, che però non è mai stato identificato. Libero cita come caso sospetto anche quello di Sarbijt Kaur, giovane operaia di origine indiana trovata senza vita nel fiume Serio. Per gli inquirenti fu suicidio, ma vista la vicinanza temporale con l’atroce assassinio di Yara Gambirasio la difesa di Bossetti ha chiesto la riapertura del caso. Ipotizzando un collegamento fra la morte di Yara e altri casi irrisolti.

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Ultimo Aggiornamento: 24/08/2024 09:46