Il caso era emerso nei giorni scorsi, per la decisione del Tribunale di Ravenna di condannare a una pena pecuniaria l’ex leader del Pd Pier Luigi Bersani per un insulto rivolto al Generale Vannacci durante un comizio. Il politico Dem, accusato di avere dato sostanzialmente del “cog****e” al parlamentare europeo della Lega, si era opposto e aveva accettato di comparire davanti ai giudici. Oggi, però, il Generale ha deciso di offrire al suo avversario politico una via d’uscita. “Sono disponibile a chiudere la vicenda da cui è scaturita la condanna dell’On. Bersani per diffamazione nei miei confronti e a ritirare la querela“, ha detto Vannacci all’Agi, “se egli riterrà di formulare scuse pubbliche per il linguaggio utilizzato”. Il militare ha spiegato di “non nutrire alcuna ossessione personale nei suoi confronti. Tuttavia, da parte di un rappresentante delle istituzioni del suo livello, non è tollerabile l’uso di un linguaggio offensivo sul piano personale, che rischia di legittimare e incentivare violenze verbali estranee al dibattito civile”.
L’europarlamentare del Carroccio ha posto l’attenzione sulla libertà di espressione e di critica, che ha detto di considerare un principio fondamentale. “Tuttavia”, ha precisato, “il turpiloquio non fa altro che offendere l’interlocutore, senza arricchire il dibattito o promuovere lo sviluppo del ragionamento”. Poi Vannacci ha sottolineato di avere constatato con rammarico come “in questa e in altre simili circostanze, l’insulto venga accettato come parte integrante della dialettica politica e finanche propugnato come un diritto quando è diretto contro chi non condivide ideologie di sinistra o il pensiero unico che, da anni, si cerca di imporre nella nostra società”.