I passeggeri sopravvissuti al naufragio del veliero “Bayesian” hanno raccontato agli inquirenti che l’unico segnale di allarme lanciato dall’equipaggio è stato il razzo di emergenza, sparato alle 4.38, quando ormai l’imbarcazione era già affondata per 50 metri e si era adagiata sul fondale. Prima di quel momento, nessun altro avvertimento era stato dato. Nessun marinaio si è precipitato a bussare alle cabine, né sono stati dati ordini di salire in coperta o di cercare rifugio. Coloro che si sono salvati lo hanno fatto per iniziativa propria, spaventati dalle continue inclinazioni della nave o perché sono riusciti a uscire appena in tempo quando l’acqua ha invaso la zona notte.
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Perché nessuno ha dato l’allarme?
L’assenza di un allarme da parte dell’equipaggio è inspiegabile, soprattutto considerando che il comandante neozelandese, James Cutfield, aveva ordinato una guardia in plancia, cioè un marinaio di sentinella durante la notte. Come è possibile che questa guardia non abbia notato l’arrivo della tempesta? Secondo il tracciamento del Sistema di Identificazione Automatica (Ais), già alle 3.50 il veliero lottava contro vento e acqua, scosso dalla tempesta mentre era all’ancora. Le tracce AIS mostrano che l’ancora non ha tenuto e la barca è stata spinta fuori controllo verso il punto in cui è affondata. Alle 4.05 l’ultimo centimetro del veliero è finito sott’acqua e, pochi secondi dopo, l’allarme è stato lanciato automaticamente dal dispositivo “Epirb”, segnalando l’avvenuto affondamento alla stazione satellitare di Bari gestita dalla Guardia Costiera.
Una domanda cruciale resta senza risposta. Perché, tra le 3.50 e le 4.05, quando il “Bayesian” era ancora all’ancora, i passeggeri nelle cabine non sono stati radunati nell’area più sicura? Il comandante Cutfield, nel suo primo contatto con la Guardia Costiera, ha dichiarato genericamente “abbiamo 12 persone in mare”, senza specificare se fossero ancora nello scafo. Parlava dalla zattera di salvataggio del veliero, dove si trovava già in salvo con quasi tutto il suo equipaggio, ad eccezione del cuoco, unica vittima tra l’equipaggio.
Su quella zattera, inizialmente sono salite 11 delle 15 persone sopravvissute; le altre quattro l’hanno raggiunta a nuoto. La legge del mare vuole che il comandante sia l’ultimo a lasciare la nave. Il comandante Cutfield ha rispettato questa regola? “È uno degli aspetti su cui stiamo indagando”, ha dichiarato il pubblico ministero Raffaele Cammarano. Nessuno dell’equipaggio è stato sottoposto ad alcoltest o drugtest, essendo tutti molto provati e sotto choc.
Attualmente, l’equipaggio è ospitato in un hotel a Santa Flavia, vicino al luogo del naufragio, dove sono state raccolte le prime dichiarazioni. Il comandante Cutfield è stato sentito come persona informata dei fatti, ma il procuratore capo ha indicato che potrebbero essere necessarie ulteriori domande. Sebbene non sia ancora indagato, il suo nome è in cima alla lista dei possibili inquisiti. Anche gli altri membri dell’equipaggio potrebbero essere coinvolti nelle indagini.