Bottanuco (Bergamo) – Oltre cento audizioni, coinvolgendo familiari, colleghi di lavoro e vicini di casa. Più di quattrocento ore di colloqui hanno portato alla luce dei dubbi sulla relazione tra Sharon Verzeni e Sergio Ruocco. Indizi, per ora, che emergono da una prima analisi del cellulare della donna e che meritano ulteriori approfondimenti. Questi elementi suggeriscono che possano esserci state delle crepe nella relazione, fino ad oggi descritta come perfetta e senza ombre.
La situazione ha spinto gli investigatori a riconsiderare la storia della coppia con una nuova prospettiva. Per questo motivo, Sergio Ruocco, compagno della 33enne accoltellata a morte nella notte tra il 29 e il 30 luglio nella zona più centrale di Terno d’Isola, viene spesso convocato dai carabinieri. Sebbene non sia indagato, Ruocco è frequentemente presente in caserma, chiamato sia per “formalità” sia per ulteriori accertamenti. A volte è visto salire su una macchina in borghese dei militari per raggiungere la villetta di via Merelli, acquistata con un mutuo insieme alla vittima, dove la coppia viveva da tre anni.
Anche ieri mattina, Ruocco ha lasciato la casa dei suoceri, dove risiede dalla morte della compagna, per recarsi alla caserma di Bergamo. E dopo poche ore è tornato di nuovo. Il movimento continuo tra la caserma e la casa ha destato la curiosità dei cronisti, che attendono fuori dalla casa di Bottanuco. Quando viene interrogato su cosa succede in caserma, Ruocco risponde: “Quello che succede tutti i giorni. Vado e torno, credo anche domattina”. Anche nei giorni festivi? “Eh, sì…”, risponde, con un tono rassegnato. La pressione su di lui sembra evidente, ma alla domanda se ha un avvocato, risponde con fermezza: “Non mi serve nessun legale”.
Ruocco resta al centro dell’attenzione degli investigatori per due ragioni principali. È la persona più vicina a Sharon, dopo un rapporto di tredici anni, e potrebbe fornire informazioni cruciali per risolvere il caso. Allo stesso tempo, chi indaga sembra ancora titubante nel garantire la sua completa innocenza, soprattutto perché il suo alibi non è ancora stato completamente confermato. Le telecamere di sorveglianza della casa di via Merelli confermano che Ruocco non è uscito quando Sharon è andata a camminare a mezzanotte, ma nessuno può testimoniare con certezza la sua presenza in casa. Non è del tutto escluso che possa essere uscito.
Il quadro della loro relazione, finora dipinto come perfetto, inizia a mostrare segni di crisi. Conversazioni con conoscenti della coppia rivelano un possibile momento di difficoltà o turbamento che potrebbe aver rotto l’equilibrio. Sebbene sia ancora presto per parlare di un movente, è chiaro che gli investigatori non stanno escludendo nessuna pista, incluso il deterioramento del rapporto tra Sharon e Sergio.
La testimone: “Il carabiniere si è disperato quando gli hanno comunicato che era morta”
Quando verso le 2.15 dall’ospedale gli hanno telefonato per comunicargli che la ragazza era morta, ha sbattuto i pugni sul cofano dell’auto, disperato perché aveva fatto di tutto per cercare di soccorrerla. Le gridava “non mollare, non mollare”, è stato bravissimo. Poi, ha tentato di controllare il suo cellulare, ma era bloccato ed era quasi scarico”. Sulla ragazza, ha detto: “Chiedeva aiuto, aiuto, poi ha barcollato ed è caduta all’indietro. Cercava di rialzarsi”. Non ha però visto chi l’avrebbe uccisa: “Ma quando mi sono affacciata, purtroppo ho visto soltanto lei. Non ho visto biciclette, né uomini scappare a piedi. In direzione della piazza ho la visuale coperta dagli alberi mai potati del cortile. Avrei potuto forse notare qualcuno se fosse scappato nella direzione opposta, non c’era nessuno”
Queste nuove rivelazioni mettono in discussione la narrazione della loro vita di coppia, che comprendeva progetti di matrimonio e il desiderio di un figlio. Mentre le indagini proseguono, l’attenzione resta concentrata su Ruocco e su eventuali altri dettagli che potrebbero emergere, gettando nuova luce su una relazione che, agli occhi di molti, sembrava impeccabile.