
Verona – La Juventus torna in cima alla classifica di Serie A dopo quattro anni, un traguardo che potrebbe sembrare poco significativo di fronte alla straordinaria performance mostrata nelle prime due giornate. I bianconeri hanno vinto entrambe le partite con risultati netti (3-0, 3-0), impressionando per la qualità del gioco espresso. Nonostante la fase iniziale della transizione tecnica, la squadra sembra già sfiorare la perfezione e deve ancora inserire tre, forse quattro, titolari di alto calibro, tra cui Sancho se l’acquisto andrà in porto. Nel frattempo, Federico Chiesa, che sembrava fuori dai piani tattici, è ora in trattativa con il Liverpool.
La cronaca della gara
Nella nuova Juve tutto sembra funzionare alla perfezione, come in un sogno: il portiere non ha ancora dovuto effettuare una parata, Vlahovic segna con naturalezza e i giovani talenti stupiscono o sono pronti a farlo. Nell’ultima partita hanno esordito due nuovi giocatori: il terzino svedese Rouhi, vent’anni, e l’attaccante genovese Anghelè, diciannove. Anche i veterani come Danilo e Douglas Luiz accettano la panchina senza polemiche, e Kalulu ha fatto il suo debutto. Le vittorie sembrano facili, anche se il Verona, ben allenato da Zanetti, non è stato un avversario morbido. Tuttavia, la Juve appare in stato di grazia, e le aspettative crescono pensando all’inserimento di nuovi giocatori come Koopmeiners, Nico Gonzalez e Conceicao.
La magia di Motta e la notte di Savona
Il tecnico Motta sembra vivere una fase mistica, capace di trasformare tutto ciò che tocca in oro. Dopo il gol dell’esordiente Mbangula al suo primo tiro in Serie A, ha benedetto anche il gol di Savona. Il giovane valdostano Nicolò Savona (preferito al capitano Danilo) è un terzino, ma nella Juve di Motta, l’ordine naturale delle cose può essere sovvertito. Mbangula ha fornito l’assist per il 2-0, e anche se Savona cercava una sponda per Vlahovic invece di un tiro, poco importa: l’alchimia di Motta non conosce limiti.
L’idea di Locatelli
La rete dell’1-0, la più bella della serata, è stata un esempio perfetto del gioco di squadra allenato quotidianamente. Dopo un inizio di partita complicato, senza riuscire a recuperare palla rapidamente o farla circolare con scioltezza, è stato Locatelli a fare la differenza. Il centrocampista, sempre più mottaiano, ha strappato il pallone a Duda a metà campo e l’ha subito indirizzata verso Yildiz, il quale ha servito Vlahovic per un tiro preciso e bello. Da quel momento in poi, la superiorità della Juve è diventata dominio, concludendo con un 3-0 grazie a un rigore conquistato da Mbangula. Il controllo assoluto del gioco ha permesso alla Juventus di affermarsi come prima capoclassifica di questa estate, confermando che non è mai troppo presto per puntare in alto.