La proposta di Forza Italia, fortemente influenzata dal manifesto sui diritti sociali fatto qualche tempo fa da Marina Berlusconi, pone un tema molto serio per il futuro italiano. È indubbio che siamo un paese vecchio, vecchissimo, in cui le nuove generazioni hanno pochissimo spazio ed opportunità. Parafrasando il film dei Fratelli Cohen l’Italia è un paese per vecchi. I dati sull’occupazione giovanile e sui neet, sono disperanti se confrontati con gli altri paesi occidentali. Inoltre tra dispersione scolastica e analfabetismo, sia di andata che di ritorno, risultiamo uno dei paesi a più basso tasso formativo.
Sarebbe bene quindi che il – e non “lo”, se no cominciamo pure a distruggere il latino, oltre che l’italiano – Ius scholae rivolto ai diritti dei giovani immigrati sia inserito in una riforma complessiva rivolta ai giovani che vivono in questo paese, fornendo strumenti e diritti, come sgravi fiscali importanti per le assunzioni, ma anche obblighi, come l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, e, perché no, anche il ripristino della Leva, non necessariamente militare, ma anche rivolta a protezione e servizio civile, soprattutto nei confronti degli innumerevoli anziani abbandonati da Comuni con casse vuote.
Gli obblighi sono importanti per fare capire appartenenze e identità, insieme a diritti ed opportunità. Mi rendo conto che una riforma del genere costa, rispetto solo riconoscimento di italianità a ragazzi stranieri, e metterebbe un parlamento di fronte a scelte, ma che sono non rinviabili, vista la curva demografica italiana. Si potrebbe scoprire che gli immigrati accoglierebbero obblighi e opportunità più degli italiani: in quel caso è colpa nostra, di genitori italiani che non sono riusciti a far capire il senso di comunità ai nostri figli.