Diventa sempre più intricata la situazione nella politica francese, dopo che alle elezioni dello scorso Giugno la “grande coalizione” messa insieme per contrastare l’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen aveva portato a una situazione anomala. Il partito della destra francese, infatti, pur essendosi confermato al primo posto per numero di voti, a causa della legge elettorale era stato penalizzato in termini di seggi guadagnati. A uscire vttoriosa, a sorpresa, era stata la sinistra di Melenchon, con il partito di Macron staccato da entrambi gli schieramenti. Il Presidente transalpino sperava di riuscire a mettere insieme una coalizione di governo escludendo la destra, ma la vittoria di Melenchon ha solo spostato il problema. Ora è la sinistra a ribellarsi ai diktat presidenziali. Il Nuovo Fronte Popolare delle sinistre, infatti, rivendica la nomina di un Primo Ministro uscito dalle sue fila e denuncia un “colpo di Stato antidemocratico” da parte di Macron, che nel frattempo continua le consultazioni per arrivare a trovare la quadra e a formare una maggioranza di governo che oggi appare lontanissima.
Le France Insoumise, formazione di cui è leader Melenchon, ha addirittura deciso di presentare una mozione per destituire il Presidente in carica. La leader ecologista Marine Tondelier ha dichiarato che “questa elezione ci è stata letteralmente rubata”. E ha annunciato il ritiro della delegazione dalle trattative in corso per la formazione del governo. “Non abbiamo intenzione di continuare queste consultazioni farsa“, ha detto Tondelier, “con un presidente che comunque non ascolta ed è ossessionato dal mantenere il controllo. Non sta cercando una soluzione, sta cercando di ostacolarla. Censureremo ogni estensione del macronismo e non saremo ausiliari di un sistema morente”. La sinistra ha anche annunciato manifestazioni di piazza. Paradossalmente, l’alleato di Macron contro un governo delle sinistre è proprio il partito di Jonatan Bardella e di Marine Le Pen. Ma è chiaro che quella fra il Presidente e la destra è una tregua di comodo, dopo che Macron ha fatto di tutto per contrastare l’ascesa del Rassemblement National. Che potrebbe, alla fine, trarre vantaggio dall’empasse di una coalizione improvvisata, creata solo in veste di antagonista delle destre. E in questo panorama incerto e confusionario, Parigi si trova bloccata dopo la cosiddetta “tregua per le Olimpiadi“. Vedremo se Macron riuscirà alla fine a risolvere in qualche modo una situazione che in molti, già dal giorno successivo alle elezioni, vedevano molto complicata. Perché escludere dal governo destra e sinistra significa non tener conto di un elettorato che, piaccia o no, ha votato per il 60% (senza contare i partitini di contorno) per le due forze politiche che Macron vorrebbe fuori dai giochi.