
Due terzi delle sue vittime avevano meno di 16 anni. Ragazzine innocenti che pensavano di stare chattando in Rete con un loro idolo, un famoso youtuber adolescente americano molto seguito. Invece, dall’altra parte dello schermo c’era un predatore sessuale e un ricattatore senza scrupoli che ha vessato piccole vittime in tutto il mondo. I dettagli di quelli che gli inquirenti hanno definito “uno dei peggiori casi di sextortion (abusi e ricatti sessuali online, ndr) della storia” sono emersi nel corso del processo che ha visto coinvolto Muhammad Abideenn Rasheed, un predatore sessuale di 29 anni che aveva creato un sistema di abusi online che ha coinvolto centinaia di bambine e ragazzine. L’uomo è stato giudicato colpevole dal Tribunale di Perth, in Australia, e condannato a 17 anni di carcere. Le sue vittime erano sparse in tutto il mondo, dagli Usa al Regno Unito, al Giappone e alla Francia.

“L’incredibile disprezzo che quest’uomo ha dimostrato per le sue vittime”, ha riferito il Commissario della Polizia Federale australiana David McLean, “l’angoscia che ha provocato, le umiliazioni e la paura lo rendono uno dei casi di abuso sessuale fra i più orribili perseguiti in Australia”. Il 29enne, dopo avere adescato le sue vittime con la falsa identità, le coinvolgeva gradualmente in un ciclo di abusi sempre più estremi, minacciando di inviare messaggi e filmati espliciti ai loro cari. “Questo tipo di abuso online”, hanno sottolineato le autorità, “è devastante e provoca un trauma che può durare per tutta la vita“. Rasheed minacciava di inviare le risposte personali a sfondo sessuale delle ragazzine ai loro familiari, per poi costringerle a esibirsi in atti sessuali sempre più degradanti che a volte “includevano animali domestici e altri bambini”. Le ragazzine entravano così in una spirale senza via d’uscita che le portava alla disperazione.

“Molte delle bambine”, l’agghiacciante racconto degli inquirenti, “hanno minacciato di suicidarsi e hanno messo in atto comportamenti autolesionisti. Ma Rasheed non si è fermato davanti a niente”. In alcuni casi, il criminale coinvolgeva interi gruppi di persone adulte – in un caso fino a 98 – appartenenti a gruppi di Incel (uomini single non per scelta che detestano le donne) per farli assistere agli abusi e agli atti degradanti compiuti sulle piccole. Per fermare questo sadico predatore sessuale ha dovuto mettersi in moto l’Interpol, che insieme agli investigatori statunitensi ha segnalato il caso alle autorità australiane. Quando il 29enne è stato arrestato, è emerso che aveva già scontato 5 anni di prigione per aver abusato due volte di un 14enne nel parco di Perth, e che era sottoposto a un programma di trattamento per i predatori sessuali. Ora l’incubo per le ragazzine è finito e Rasheed non potrà continuare a mietere vittime, perlomeno sino a quando resterà in carcere. Ma i danni provocati a tante piccole vittime resteranno indelebili.