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Pensione a 70 anni, ecco il piano per non farci mai smettere di lavorare

Pubblicato: 29/08/2024 10:13
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Pensavamo che con la Fornero le avevamo viste tutte, e invece sta arrivando di peggio, con un nome ancora più subdolo: “Pensami“. E cosa sarebbe? Di fatto un piano per il “fine lavoro mai“, come la massima pena che scontano i carcerati, solo che in quel caso la parola è “pena”, qui “lavoro“. E invece, nell’era della comunicazione, si sono studiati una parola dolce come “Pensami”, che è l’acronimo di “PENSione A MIsura“. Ed è un servizio che stima età e opzioni di pensionamento tenendo conto dell’adeguamento agli incrementi di speranza di vita dei requisiti pensionistici. È un portale fai da te in cui il lavoratore può accedere alla simulazione inserendo i dati anagrafici, contributivi, se si svolge un’attività come lavoratore dipendente o autonomo, nel settore pubblico o nel privato. Cinque le gestioni previdenziali nelle quali si può scegliere di simulare il calcolo: lavoratori dipendenti privati, pubblici, autonomi, gestione separata c casse professionali. Come spiega La Stampa, inoltre, “considerato che nella carriera lavorativa di ciascuno si può aver versato contributi in di-verse gestioni, il sistema con-sente di selezionarne più di una (in tal caso, il “pensiono-metro” elabora il conteggio sulla base del cumulo). È possibile, inoltre, integrare eventuali riscatti (laurea o altri titoli di studio ammessi), i periodi di lavoro svolti all’estero, il servizio militare, civile o volontario, la maternità”. E cosa salta fuori?
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Anna Maria Angelone su LaStampa ha fatto alcune simulazioni per la pensione di vecchiaia, ipotizzando diverse età e mestieri. “Un insegnante che oggi ha 55 anni e 30 di contributi, potrà contare su un sistema di calcolo misto del proprio assegno mensile (ovvero su un mix di retributivo e contributivo, di norma più vantaggioso). Ma, secondo il simulatore, dovrà già mettere in conto un’età più alta dell’attuale per agganciarlo: 67 anni e 9 mesi. Va “peggio”, ovviamente, ai lavoratori più giovani. Una 50enne del settore privato con 25 anni di contributi versati, avrà un trattamento calcolato con il sistema contributivo e non potrà mettersi in quiescenza prima di compiere 68 anni e 3 mesi“. E un 44enne professionista iscritto alle casse professionali (parliamo di notai, avvocati, geometri, contabili, commercialisti e così via)? “In questo caso, pur avendo iniziato a lavorare a 27 anni, per l’uscita serviranno 68 anni e 9 mesi. Mentre una funzionaria del settore pubblico di 36 anni, che lavora da 10, dovrà aspettare di averne 69 e mezzo”.

Più sei giovane, più sei penalizzato. Un consulente o un artigiano iscritto alla gestione degli autonomi avrà titolo ad andare in pensione “solo con un’età anagrafica di 69 anni e 11 mesi, mentre un’impiegata di 20 anni, con solo due anni di assunzione in un’impresa privata, non vedrà la pensione prima del compimento di 70 anni e 4 mesi”. L’allungamento della tanto sognata pensione si deve all’adeguamento automatico all’aspettativa di vita. Il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, ora fissato a 67 anni, riprenderà a salire nel 2029. Su su, verso quota 70 in poco tempo.

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