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Losing my religion: non basta brandire un rosario davanti a una folla

Pubblicato: 30/08/2024 11:41

Il concetto politico, o ideologico, di cristianità ha preso una via di profonda indeterminazione. Il Dio, patria e famiglia, usato da molti partiti conservatori, non si capisce più a quale religione, confessione religiosa, o fede appartengano. Se vediamo l’uso italiano che se ne fa in politica molte cose non tornano. Perché tra le dichiarazioni degli esponenti politici e i loro comportamenti non c’è alcuna coerenza.

In Italia vige ancora la confessione religiosa che si definisce cattolica, apostolica, romana, sotto l’egida di Santa Romana Chiesa, che non è solo un palazzo oltre Tevere, ma una Fede seguita da un grandissimo numero di persone nel mondo. I suoi precetti sono chiari e millenari, c’è il catechismo per insegnarli ed il Codice Canonico. Il vivere more uxorio, fare famiglia al di fuori del vincolo sacramentale, non è contemplato. Idem il non accettare la solidarietà verso l’altro, l’ama il prossimo tuo come te stesso, espressione evangelica. Vivere o praticare idee al di fuori di questi precetti non è illegittimo, ma appartiene a una visione laica al di fuori dalla religione cattolica che si professa in questo paese. Non risulta, a parte rosari branditi e dichiarazioni roboanti, che i portatori di presunti valori cristiani in politica siano appartenenti ad altre chiese, protestanti o meno. Il protestantesimo, che è stato il rifiuto di appartenere alla Chiesa Romana, è costato immensi sacrifici, stragi e guerre, è una cosa molto seria, e prima di contestare il Soglio di Pietro bisognerebbe avere la coscienza di dichiarare con trasparenza al popolo di essere fuori dalla Protezione di Madre Chiesa. Le posizioni della Cei sulla riforma dell’autonomia differenziata o quella del Santo Padre sull’accoglienza ai migranti sono chiare, e coloro che propugnano idee in contrasto dovrebbero, con laica trasparenza, dichiararsi contrari alla Chiesa ed al suo Vicario, che come notorio è infallibile. Costoro invece si continuano a dichiarare cristiani e per la famiglia tradizionale, pur smentendone i dettami. Forse come nella canzone dei Rem, Losing my Religion, hanno perso la fede, una fede minuscola, e se ne sono costruiti una personale, magari leggendo qua e là la Sacra Bibbia su Google, facendo un patchwork di idee sconnesse dall’impianto teologico, portato avanti da 2000 anni dalla Chiesa Cattolica o da altre confessioni susseguenti. Praticamente un cristianesimo à la carte, scegliendo quello che piace e scartando il resto.

La DC, portatrice dei valori cristiani in politica, non faceva così, era coerente ideologicamente, e per questo pagò prezzi immensi, sia sul referendum del divorzio che su quello dell’aborto, in quanto la società italiana si stava laicizzando. Oggi invece c’è un uso infantile delle parole cristiano/a, famiglia tradizionale, come quei ragazzini che non vogliono pagare il prezzo delle loro marachelle, giurando e spergiurando di essere perfettamente in linea con i principi. La Chiesa Cattolica è nata proprio per scongiurare queste idee difformi che ai tempi, più seri, venivano chiamate scismi. È perfettamente legittimo non accettarne i precetti, basta però non utilizzare il termine, oggi brand, per scopi elettorali o ideologici. Oppure essere chiari, sono cristiana/o, sentimentalmente, ma non Cattolica o Evangelica, o di altra confessione protestante. È un sentimento, ma non un’appartenenza. Lo si fa con tutte le etichette di qualunque prodotto dei supermercati, non si capisce perché solo in politica si possa usare la pubblicità ingannevole. Una coppia non sposata con dei figli è un’ottima, finché dura, cosa laica, ma ben diversa da un modello conservatore tradizionale familiare, che ha stilemi e canoni precisi, se no che conservazione è di grazia. Si invoca spesso per le situazioni personali la privacy, ma in politica è impossibile, soprattutto nel mondo mediatico, che è lo stesso che ha consentito successi elettorali. Il paradosso è profondere ideali e valori cristiani, non cattolici o luterani, ortodossi o di altra confessione, e di famiglie tradizionali solo per gli altri, per se stessi si fa invece come cavolo ci pare. Troppa grazia Sant’Antonio, da Padova intendiamo, per quelli che la cristianità l’hanno appresa sui Bignami o su Vangeli apocrifi di siti semisconosciuti.

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