
Daniel Belling, cittadino tedesco residente in Irlanda, è stato condannato a 26 anni di carcere dalla Procura di Roma per l’omicidio della moglie, Yi Yinglei, avvenuto durante una crociera nel Mediterraneo nel febbraio 2017. La sentenza ha suscitato scalpore non solo per la drammatica dinamica dei fatti, ma anche per le motivazioni che hanno portato i giudici a dichiarare colpevole l’uomo.
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Una fede mancante come prova chiave
Uno degli elementi che ha colpito maggiormente è stata la rilevanza data dai giudici alla mancanza della fede nuziale di Belling nelle immagini riprese dopo la scomparsa della moglie. Secondo quanto riportato da Repubblica, la Corte ha definito questo dettaglio una “prova plastica” del fatto che il vincolo matrimoniale fosse ormai “dissolto”, interpretando l’assenza dell’anello come segno della decisione di Belling di uccidere sua moglie. Per i giudici, infatti, questo gesto simbolico ha rafforzato la tesi dell’accusa, secondo cui l’uomo avrebbe premeditato l’omicidio.
Le prove contro Daniel Belling
Oltre alla mancanza della fede, altre prove hanno contribuito alla condanna di Belling. Tra queste, i frequenti litigi tra i coniugi, la mancata denuncia di scomparsa della moglie e il comportamento anomalo dei figli, che avrebbero assistito all’omicidio senza rivelare nulla. Secondo la ricostruzione dei fatti, Belling avrebbe ucciso la moglie per soffocamento o strangolamento all’interno della loro cabina, per poi gettare il corpo in mare chiuso in una valigia.
Un altro dettaglio cruciale è la sparizione di una delle quattro valigie con cui la famiglia era partita per la crociera. Durante il processo, il pm Francesco Basentini ha evidenziato come la valigia mancante avesse dimensioni compatibili con quelle del corpo esile di Yi Yinglei. Questo particolare ha ulteriormente aggravato la posizione di Belling, nonostante il mancato ritrovamento del corpo.
La difesa annuncia appello
Gli avvocati di Belling, Luigi Conti e Laura Camomilla, hanno espresso forti critiche nei confronti della sentenza, definendo le motivazioni dei giudici “illogiche” e contrarie alle evidenze emerse durante il processo. La difesa ha inoltre sottolineato come la prima Corte d’Assise avesse inizialmente considerato con attenzione i loro dubbi, ma che la situazione sia cambiata con la sostituzione di alcuni membri della Corte. I legali hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello per cercare di far rivedere la condanna.
L’omicidio di Yi Yinglei ha sollevato numerosi interrogativi, rendendo questo caso particolarmente complesso. Il mancato ritrovamento del corpo e la possibilità di un suicidio, che il pm Basentini ha definito “illogica”, hanno contribuito a creare un quadro oscuro e intricato. Nonostante le numerose prove contro Belling, la difesa continua a sostenere la sua innocenza, lasciando aperta la possibilità di ulteriori sviluppi giudiziari.