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Meloni davanti al bivio Ucraina: cambio di linea per i sondaggi

Pubblicato: 31/08/2024 07:08

La politica estera del governo italiano entra in crisi dopo il vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Durante l’incontro, i leader hanno ribadito la loro posizione sull’Ucraina: nessun invio di armi per colpire obiettivi in Russia. Tuttavia, un errore di comunicazione ha esposto le divergenze interne all’esecutivo, svelando un compromesso fragile tra visioni politiche differenti.

Comunicato ufficiale e bozza sbagliata: un errore che svela le crepe

In un evento imprevisto, la Lega ha inviato una bozza del comunicato con un passaggio controverso sulla guerra in Ucraina, che era stato rimosso nella versione finale diffusa da Palazzo Chigi. Questo errore ha messo in luce la difficoltà del governo nel mantenere una linea coerente in politica estera, evidenziando le divergenze tra le forze politiche interne.

Posizione italiana sotto i riflettori: un compromesso instabile

La decisione di Giorgia Meloni di non concedere agli ucraini l’uso di armi italiane in territorio russo è stata vista come un allineamento con l’Ungheria, unica altra nazione in Occidente a sostenere una posizione simile, in contrasto con il resto dell’Unione Europea e della NATO. Secondo fonti vicine alla Presidenza del Consiglio, questa scelta risponde a un calcolo politico per mantenere il consenso nell’elettorato di centrodestra e in particolare all’interno di Fratelli d’Italia.

Le reazioni internazionali e il veto a Bruxelles

Durante l’ultimo incontro a Bruxelles, Italia e Ungheria hanno posto il veto su un accordo per eliminare le restrizioni sulle armi, scatenando la reazione furiosa di Josep Borrel, Alto rappresentante per la politica estera dell’UE. Borrel ha criticato apertamente la posizione italiana, definendola ridicola e accusando Meloni di cedere a pressioni politiche interne, una mossa che potrebbe indebolire la coesione all’interno della NATO e dell’Unione Europea.

Un equilibrio sempre più precario

L’incidente del doppio comunicato e le successive reazioni mostrano un equilibrio politico sempre più instabile. Nonostante i tentativi di Palazzo Chigi di rassicurare gli alleati sulla loro disponibilità a sostenere l’Ucraina, rimangono dubbi sulla coerenza e la stabilità della posizione italiana. Guido Crosetto, Ministro della Difesa, ha cercato di minimizzare le preoccupazioni, dichiarando che “gli ucraini non hanno nulla da contestare all’Italia”. Tuttavia, il pressing da parte dei Paesi NATO continua ad intensificarsi, mettendo in discussione la capacità del governo di mantenere una politica estera coerente e condivisa.

Le divergenze interne al governo italiano sulla questione ucraina stanno generando un notevole dibattito sia a livello nazionale che internazionale. Con il rischio di un isolamento crescente all’interno dell’Unione Europea e della NATO, il governo Meloni dovrà affrontare un delicato equilibrio tra consenso interno e credibilità internazionale.

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