Moussa Sangare, reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni, ha ammesso di aver conservato il coltello utilizzato per il delitto come un “ricordo” dell’atto. Durante l’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari (GIP) Raffaella Mascarino, Sangare ha spiegato che non ha buttato il coltello nel fiume perché pensava di poterlo ritrovare e ha deciso di sotterrarlo sulle sponde dell’Adda. Il coltello rappresentava per lui un simbolo dell’omicidio, un modo per mantenere memoria di ciò che aveva fatto.
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Il GIP ha rilevato che, nonostante le motivazioni di Sangare potessero sembrare problematiche, il suo comportamento durante e dopo l’omicidio dimostra uno stato mentale “totalmente integro“. “Se pure le motivazioni, addotte dall’indagato in ordine alla spinta che ha portato a commettere il fatto di sangue, possono destare qualche perplessità in ordine al suo stato mentale, nel momento di compiere l’omicidio però – è un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere – la lucidità mostrata nell’adottare tutta una serie di accorgimenti sia nei momenti precedenti al delitto, come l’aver vagato in giro fino a incontrare il bersaglio più vulnerabile, e in quelli immediatamente successivi”, quando sfreccia in bicicletta, sceglie strade secondarie, perde il berretto che aveva in testa e torna indietro a recuperarlo, e “anche gli accorgimenti dei giorni seguenti”, quando nasconde coltello e indumenti, cambia capigliatura e modifica la bicicletta, “evidenziano uno stato mentale pienamente integro”.
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Nella notte tra il 29 e il 30 luglio, Sangare ha vagato per la Bergamasca prima di scegliere Sharon Verzeni come vittima. Dopo aver esplorato diversi obiettivi, ha trovato nella 33enne l’unica donna sulla sua strada e l’ha attaccata. Le indagini successive hanno rivelato che Sangare ha compiuto una serie di azioni preparatorie e post-delitto che dimostrano la sua consapevolezza e premeditazione. Oggi, i carabinieri del RIS di Parma, insieme ad altri reparti specializzati, hanno eseguito un sopralluogo nell’abitazione di Sangare a Suisio, dove sono stati trovati e isolati reperti giudicati rilevanti per le indagini. Questi reperti saranno analizzati nei laboratori del RIS per ulteriori accertamenti.