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“Via le stellette, degradato”, questa volta Vannacci rischia grosso!

Pubblicato: 02/09/2024 07:49

La seconda calda estate di Roberto Vannacci porta con sé sviluppi significativi sul fronte disciplinare. Il 25 settembre è fissata l’udienza al Tar per esaminare il ricorso contro la sospensione di 11 mesi dal suo ruolo di generale, sospensione notificata lo scorso 27 febbraio dai vertici delle forze armate. Ma c’è di più: Vannacci, oggi eurodeputato eletto con la Lega, ha un altro fascicolo aperto con l’esercito per motivi analoghi a quelli che portarono alla prima sanzione, in relazione alla pubblicazione del suo secondo libro.

Due libri e un primo provvedimento

La prima sospensione di Vannacci ha comportato un dimezzamento dello stipendio per tutta la durata della misura, sfiorando il massimo di 12 mesi previsto dalla giustizia militare. La condotta del generale è stata giudicata severamente: la pubblicazione di un libro dai contenuti controversi e politicamente orientati senza autorizzazione ha compromesso «il prestigio e la reputazione» delle forze armate. La pubblicazione del suo secondo libro, Il coraggio vince, il 12 marzo, ha ulteriormente complicato la sua posizione. Nonostante il minor successo rispetto al primo libro, il volume espone dettagli sensibili su missioni e relazioni diplomatiche, in apparente violazione delle regole militari.

I limiti alla “libertà di parola”

Attualmente in aspettativa dopo l’elezione a Bruxelles, Vannacci non esclude un ritorno al servizio militare attivo. Tuttavia, la reiterazione del comportamento che ha portato alla prima sospensione potrebbe spingere verso la sua rimozione dal grado. La sua difesa si basa sulla convinzione che la “libertà di parola” non dovrebbe essere limitata dal ruolo. D’altra parte, l’amministrazione militare, secondo la guida tecnica della Difesa, ha l’obbligo di proteggere «prestigio, imparzialità e immagine interna», prendendo provvedimenti se la condotta di un militare mina la credibilità o l’autorità necessaria per le sue funzioni.

La retorica del “sistema”

Il silenzio ufficiale dell’esercito e del ministero sembra una risposta alla tecnica comunicativa di Vannacci e di Matteo Salvini, basata sull’auto-rappresentazione come figure scomode, quasi perseguitate dal “sistema”. Questa narrazione, seppur contraddittoria, ha finora dimostrato una certa efficacia, rafforzando la loro immagine pubblica e politica.

L’esito dell’udienza al Tar e delle nuove indagini interne potrebbe segnare un momento cruciale nella carriera di Roberto Vannacci, con possibili ripercussioni sia sul fronte militare che politico.

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Ultimo Aggiornamento: 02/09/2024 11:42