Diverse aziende vietano o disciplinano le relazioni sentimentali tra colleghi. Se però a farlo è lo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione, questa regola non può che fare notizia. Probabilmente nel tentativo di produrre una norma contro il familismo, la leggendaria banca vaticana ha deciso il divieto di assunzione di coniugi. Da un lato, lo IOR sostiene che la norma, che obbliga uno dei coniugi a lasciare il posto di lavoro in caso di matrimonio tra colleghi, è necessaria per prevenire potenziali conflitti di interesse e garantire la trasparenza. Dall’altro lato, la norma appare in contrasto con i principi della Chiesa che valorizzano la famiglia come istituzione fondamentale.
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A far notizia due dipendenti dello Ior che hanno deciso di sposarsi. La situazione è resa ancora più delicata dal fatto che i due dipendenti in questione affermano di aver fissato la data del matrimonio prima che la norma fosse introdotta. Ciò potrebbe essere interpretato come un tentativo di applicare retroattivamente una regola, che potrebbe risultare ingiusto nei confronti della coppia. Tuttavia, lo IOR è rimasto fermo sulla propria posizione, ribadendo che la norma è valida anche nel loro caso e che spetta alla coppia scegliere chi dei due debba rinunciare al lavoro.
La reazione dell’Associazione dei dipendenti laici vaticani, che ha espresso sostegno alla coppia, suggerisce che ci sia un malcontento più ampio tra i dipendenti laici riguardo alle politiche lavorative del Vaticano. Bergoglio ha detto che il matrimonio è “un viaggio impegnativo, a volte difficile, a volte anche conflittuale, ma vale la pena rischiare” ma forse non si aspettava che proprio nella “sua” banca potesse diventare talmente impegnativo da far rischiare il licenziamento ad uno dei due partner.
Lo Ior – si legge nella nota riportata dall’Ansa – “è impegnato da tempo in un percorso di profondo rinnovamento organizzativo e regolamentare, in linea con le migliori pratiche internazionali che regolano le attività delle istituzioni finanziarie”. Il percorso è legato alle prescrizioni della Legge del 2013 sulla trasparenza, vigilanza e informazione finanziaria, “fortemente voluta da Papa Benedetto XVI, e applicare i successivi regolamenti di attuazione emanati dal 2015 ad oggi dall’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria”.
“La norma introdotta di recente per disciplinare il caso di matrimonio tra dipendenti – spiega lo Ior nella nota – rappresenta un chiaro esempio di iniziativa volta a colmare un vuoto legislativo, dal momento che il Regolamento dello Ior così come quello di altre istituzioni del Vaticano già prevedeva il divieto di assumere coniugi di dipendenti dell’Istituto”. L’Istituto riferisce anche che la norma era pronta da tempo “ma per poterla introdurre ha scelto di attendere il pensionamento di uno dei coniugi dell’ultima coppia (di cinque) ancora in servizio durante il precedente periodo di vuoto legislativo di cui sopra”. Insomma, non rimane che attendere l’ultima puntata di quella che sembra essere, sin dalle prime battute, un vicenda dai contorni davvero interessanti.