È un dubbio che viene sempre a più persone: attraverso il mio smartphone mi ascoltano? Succede soprattutto quando ci ritroviamo a parlare con qualcuno di un argomento in particolare, o di un prodotto. Subito dopo, quando accediamo allo smartphone, ecco bell’e pronte le pubblicità su quel prodotto o notizie relative a quell’argomento. Se finora eravamo nel campo dei sospetti, ora arrivano le certezze. Sì, ci ascoltano. E ora dibattito si è riacceso, dopo che in rete è trapelato il documento di Cmg (Cox Media Group), un’azienda americana che si occupa di marketing e pubblicità. Cmg sarebbe in grado di ascoltare le conversazioni private delle persone, attingendo ai dati raccolti dai microfoni dei loro dispositivi (telefoni, tv e altri gadget). Gli audio sarebbero poi usati, grazie a un’analisi che sfrutta l’intelligenza artificiale, per erogare pubblicità mirata. Non solo.
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È anche vero, però, che non serve necessariamente spiarci usando il microfono del nostro smartphone per profilarci e propinarci poi pubblicità in base ai nostri gusti, perché le informazioni sui nostri interessi, i nostri gusti e i nostri desideri le forniamo ogni giorno noi stessi navigando in internet, accettando i cookies, facendo ricerche su Google o su app specifiche. Da questo punto di vista siamo certamente tracciati dalle aziende che vendono pubblicità online. I dati purtroppo li forniamo in modo più o meno inconsapevole e sono molto più economici da elaborare rispetto all’essere spiati tramite microfono. Da cosa derivano, dunque, le affermazioni di Cox Media? Riccardo Meggiato, esperto di cybersicurezza e informatico forense, spiega al Corriere che “tecnicamente sono possibili. Un comando software può attivare il microfono all’insaputa dell’utente”.
Il caso di Cmg, ipotizza Meggiato, “potrebbe piuttosto riferirsi a sistemi di trascrizione automatica di messaggi registrati e memorizzati su server sconosciuti, dai quali attingere a piene mani dati e che raccontano i nostri gusti e preferenze“. La conclusione dell’esperto? Che sia attraverso il microfono o attraverso il nostro modo di navigare in internet, acquistare o usare app, “il risultato non cambia: siamo e rimaniamo perfetti polli da shopping intensivo“.