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“Abbiamo fatto Gomorra”, la disperazione della sorella di Natascha, morta in ospedale

Pubblicato: 07/09/2024 18:07

Il dolore e la rabbia della famiglia di Natascha, la 23enne di Cerignola deceduta al Policlinico Riuniti di Foggia durante un intervento chirurgico, si fanno sentire in modo forte e chiaro. La sorella Tatiana ha affidato ai social una lunga denuncia, in cui accusa apertamente di malasanità il personale ospedaliero. Nella sua ricostruzione, emergono dettagli strazianti che descrivono le ultime settimane di vita di Natascha, sottolineando i momenti di speranza e disperazione.
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“Arriva a Foggia dove entra in rianimazione, visitata e stabilizzata nuovamente – ricostruisce nel post la sorella – Notizie strazianti. Ogni giorno viene messa in coma anche dai medici. Subisce un intervento, 3 vertebre scomposte. Arriva la tracheotomia. Ecografie, tac, risonanze. 16 giorni di coma”. La ricostruzione continua. “Il 3 luglio Natascha si sveglia, ci riconosce, è cosciente. Piange, gesticola. Esce dalla rianimazione, passa in neurochirurgia. È l’8 luglio. Il 16 arriva la riabilitazione, inizia a stare seduta, a mangiare, a bere, poi i primi passi. Ritorna più forte di prima. Ma qualcosa non va. Il 16 agosto Natascha dovrà subire un piccolissimo intervento alla trachea perché la tracheotomia ha causato un restringimento della stessa. Arriva il giorno della notizia. Dovrà essere trasferita a Roma per l’intervento alla trachea perché nell’ospedale di Foggia, come comunicato, non sono competenti nel settore. Nessuno ci ha mai parlato di morte o cose gravissime, sapevamo che era un intervento delicato ma addirittura per tranquillizzarci ci hanno detto anche un ragazzo di Cerignola l’ha fatto”.

Il giorno del trasferimento viene programmato il 13 settembre. “Arriva il giorno 4 settembre. La nostra Natascha entra in sala operatoria alle 17:45. Noi dietro la sua porta aspettiamo di vederla, alle 19 circa escono 2 dottori che chiedono di parlare con un familiare”.

Si arriva poi alle 22.30 con i familiari che non ricevono ancora notizie. “All’improvviso – continua – arrivano 10 pattuglie di polizia. Ci chiediamo perché sia arrivata. La polizia suona in reparto ma nessuno apre. Dopo 10 minuti si apre quella porta maledetta riesco ad entrare e chiedo di mia sorella ma nessuno mi risponde. Inizio ad urlare dov’è mia sorella riesco a passare mi trovo il dottore davanti e chiedo con sangue freddo è morta? Lui mi fa un cenno. Non ho capito più nulla. Ho urlato, messo mani addosso a chiunque. La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di gomorra, perché mia sorella é stata uccisa da loro”. Poi aggiunge: “La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra ma niente e nessuno mi darà indietro mia sorella”. E infine: “Sono morta anch’io con lei, non accetterò mai tutto ciò. Non lo perdonerò mai. Qui parliamo di una ragazza di 22 anni, e una famiglia che dovrà scontare un ergastolo a vita”.

L’autopsia sul corpo di Natascha e le indagini della Procura di Foggia e del Policlinico saranno cruciali per chiarire le cause della morte e verificare eventuali responsabilità mediche. Nel frattempo, resta il dolore della famiglia, che si sente privata non solo della giovane vita di Natascha, ma anche della possibilità di ottenere giustizia in tempi rapidi.

Questa tragedia ha messo in evidenza ancora una volta i problemi legati alla sanità, e la famiglia di Natascha, nonostante la violenza mostrata, chiede risposte, sperando che la verità emerga attraverso le indagini in corso.

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