Il caso dell’omicidio di Vitalina Balani potrebbe essere vicino a una svolta importante grazie a una nuova perizia medico-legale che sposta l’orario della morte, mettendo in discussione la condanna di Andrea Rossi, commercialista, attualmente in carcere da 17 anni per l’omicidio. La nuova perizia, eseguita dall’anatomopatologo Mauro Bacci e richiesta dalla difesa di Rossi, suggerisce che il decesso sarebbe avvenuto tra le 22 del 14 luglio e le 5 del 15 luglio, anziché tra le 13:30 e le 14 del 14 luglio come precedentemente ritenuto.
Questa variazione temporale si basa sullo studio delle macchie ipostatiche ritrovate sul corpo della vittima. Inizialmente, la morte della 70enne era stata classificata come naturale, ma successivamente l’autopsia aveva rilevato segni di strangolamento.
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Secondo la difesa, l‘orario del decesso dovrebbe essere collocato tra le 20 e le 22, periodo durante il quale Vitalina Balani smise di rispondere alle telefonate. Rossi, in quel momento, era al computer a cancellare file, inclusi quelli che riguardavano il debito di due milioni di euro che aveva nei confronti della vittima, un elemento centrale nel processo.
La revisione del caso è stata accolta dopo il ricorso in Cassazione, che ha sottolineato come l’eventuale conferma del nuovo orario del decesso possa influire in modo significativo sulla valutazione della colpevolezza di Rossi. Se l’orario fosse davvero spostato più avanti, il suo alibi potrebbe reggere, riaprendo la possibilità di una revisione della condanna.
Specifica l’avvocato di Rossi, Gabriele Bordoni, non senza una certa soddisfazione per il risultato: “La perizia ha confermato quanto da noi sostenuto. Riteniamo che l’omicidio possa essere avvenuto attorno alle 21, considerando che la donna doveva rientrare a Riccione prima delle 20 di quel giorno e che ricevette diverse telefonate a partire proprio dalle 21 da parte del badante del marito anziano che l’aspettava in Riviera, rimaste tutte senza risposta, dimostrando che a quell’ora la donna era già spirata. Infatti, come illustrato anche dal nostro consulente di parte, l’assenza del rilevamento della temperatura cadaverica della donna ci dà una forbice ulteriore di un paio d’ore rispetto alla fascia 22-5 indicata dal perito della Corte, perciò il decesso può anche essere contenuto tra le 20 e le 7. Orari per cui il mio assistito ha diversi alibi”.
Ora, sta alla Corte di Perugia decidere come proseguire il processo: l’udienza è fissata per il prossimo 24 settembre.